Al Nord sacchetti regolari nei supermercati, ma nel Mezzogiorno non tutto è nella norma.
15 gennaio 2015 14:18
Tra novembre e dicembre, Legambiente ha prelevato 37 sacchetti della spesa presso alcuni supermercati in sette regioni italiane per verificare se tutti fossero conformi alla legge, che impone - per gli shopper non riutilizzabili - la biodegradabilità e compostabilità secondo le norme UNI EN 13432.
Venti sacchetti, pari al 54% del totale, sono risultati non conformi, con significative differenze a livello regionale: tutti in regola quelli prelevati in Lombardia e Veneto, mentre nelle altre cinque regioni sono risultati fuori legge sette shopper in Campania, 6 in Basilicata, 3 in Puglia e in Calabria e uno nel Lazio.
Le irregolartà - nota Legambiente - sono state riscontrate nei punti vendita di Sigma (5 sacchetti non conformi), A&O (3), Crai, Eurospin e Sisa (2), Conad, Despar/Eurospar, Eurocisette, Imagross, M.A. Supermercati/Gros, Maxisidis/Intersidis (1).
"Siamo di fronte ad una diffusa situazione di illegalità nel settore delle buste per l’asporto delle merci, e questo è evidente nonostante abbiamo evitato di fare verifiche sui tanti piccoli negozi commerciali e sui mercati rionali, dove la situazione è visibilmente ancor più grave, anche a causa di una azione capillare da parte di alcuni distributori che vendono, anche online, sacchetti palesemente fuori legge - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Il bando sui sacchetti di plastica è in vigore da anni, la norma è molto chiara e le multe previste dallo scorso mese di agosto sono salate. È arrivato il momento di far rispettare una legge che permette di ridurre l’inquinamento da plastica, di migliorare la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti e la produzione di compost di qualità, promuovendo la riconversione industriale verso innovativi processi di chimica verde da fonti rinnovabili, come già avvenuto, ad esempio, nel polo industriale di Porto Torres”. "Certo – ha aggiunto Ciafani -, anche le forze dell’ordine e la magistratura dovranno attivarsi per fermare questa diffusa situazione di illegalità”.
Secondo Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche: “di fronte a questa ennesima prova, ci uniamo all’appello di Legambiente affinché le istituzioni e gli organi preposti diano avvio ad azioni di contrasto, per il rispetto di una legge dello Stato e a tutela di quegli operatori della GDO e del piccolo commercio che hanno scelto la strada della legalità”.
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