8 maggio 2024 09:04
Il colosso anglo-olandese dei beni di consumo Unilever ha deciso di rivedere al ribasso, in modo più realistico, gli obiettivi ambientali al 2025 fissati quattro anni fa nell'ambito del programma Sustainable Living Plan, potendo completare solo uno dei target annunciati: l'utilizzo del 25% di plastiche riciclate nei suoi imballaggi, avendo già raggiunto nel 2023 la rispettabile quota del 22%, in crescita di un punto percentuale rispetto all'anno precedente.
Più difficile, invece, conseguire nei prossimi due anni gli altri due impegni: immettere sul mercato il 100% di packaging riutilizzabili, riciclabili o compostabili (la quota si attesta oggi intorno al 53%) e dimezzare l'utilizzo di plastica vergine (finora il taglio è stato del 18% rispetto ai livelli 2019).
Il punto sui risultati ambientali del gruppo è stato fatto nei giorni scorsi da Pablo Costa, Global Head of Packaging (nella foto). Sulla riciclabilità dei propri imballaggi, Costa ha sottolineato come permanga un divario tra il tasso di riciclabilità “tecnica” del portafoglio di imballaggi in plastica, pari al 72%, e il tasso di riciclabilità "effettiva" del 53%. "Progettare i nostri imballaggi per il riciclo è solo il primo passo - ha spiegato -. Occorrono anche sistemi per riciclarlo, nella pratica e su larga scala. Infine, anche fattori esterni, come la pandemia, hanno creato notevoli ostacoli".
Sull'obiettivo di riduzione della plastica vergine, Costa ha dichiarato che serve più tempo, innovazioni più audaci e un’accelerazione dei cambiamenti sistemici.
Sulla base dei risultati conseguiti nel 2023, Unilever ha così deciso di aggiornare i suoi target ambientali, fissando come priorità la riduzione dell’uso di plastica vergine e lo sviluppo di alternative ai materiali di imballaggio flessibile difficili da riciclare, come le bustine di plastica.
Per quanto concerne l'uso di plastiche vergini, gli obiettivi sono ora due: riduzione del 30% entro il 2026 e del 40% entro il 2028; saranno raggiunti incrementando l'utilizzo di rigenerato, alleggerendo le confezioni e ampliando formati e materiali impiegati.
L'obiettivo del 100% di imballaggi in plastica riutilizzabili, riciclabili o compostabili è stato spostato dal 2025 al 2030 per le confezioni rigide e al 2035 per i packaging flessibili. "Per i rigidi, che costituiscono circa il 70% in peso del nostro portafoglio di materie plastiche, abbiamo compiuto buoni progressi progettando circa l’87% del nostro portafoglio per il riciclo - ha affermato Costa -. Ci concentreremo ora sui componenti non riciclabili più impegnativi come tappi, erogatori di aerosol e pompe per flaconi".
Per i materiali flessibili difficili da riciclare, come le buste, Unilever sta lavorando a soluzioni volte a ridurne l’utilizzo e sostituirli con materiali, formati e modelli alternativi. "Rispetto agli imballi rigidi, ciò richiederà più tempo, poiché dobbiamo mettere a punto e implementare nuove tecnologie - ha spiegato -. I nostri esperti di imballaggio, scienziati dei materiali e modellatori stanno sviluppando materiali di imballaggio flessibili di prossima generazione". "Il nostro terzo obiettivo è utilizzare il 25% di plastica riciclata entro il 2025, mentre il quarto e ultimo è raccogliere e trattare, entro lo stesso anno, più packaging di plastica rispetto a quanti ne vendiamo".
Costa chiede però maggiori interventi lungo la filiera. "Non possiamo raggiungere il nostro obiettivo di rendere i nostri imballaggi in plastica riutilizzabili, riciclabili o compostabili se non vengono messe in atto anche adeguate infrastrutture e regole. Abbiamo bisogno di normative più forti e armonizzate per mettere tutti sulla buona strada per eliminare i rifiuti di plastica e l’inquinamento e per garantire condizioni di parità per tutte le imprese".
Unilever chiede quindi ai governi di sostenere l’industria in tre aree chiave: un trattato giuridicamente vincolante che stabilisca regole globali e armonizzate; l’attuazione di schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) obbligatori e ben definiti; politiche di riutilizzo ben progettate, adattate ai diversi mercati e tipologie di imballaggio.
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