Nessuno sa bene cosa succederà il 1° gennaio 2011, quando in assenza di proroghe o di riferimenti applicativi entrerà formalmente in vigore la legge 296/06, priva però di decreti attuativi e - per alcuni - anche di una reale efficacia. Questo stato d'incertezza, aggravato da disposizioni locali anche sanzionatorie approvate da alcuni comuni italiani, sta creando caos tra produttori e utilizzatori di sacchetti, dai piccoli negozi alle grandi catene della distribuzione organizzata.
Regole chiare. Sul questo delicato tema è intervenuta anche Federdistribuzione, che pur condividendo gli obiettivi di tutela ambientale che ispirano il divieto, ritiene che la politica debba fornire regole e strumenti adeguati per evitare che scelte pur corrette finiscano poi per penalizzare ancora una volta consumatori o imprese.
Rischi di speculazione. L'associazione della GDO guidata da Paolo Barberini chiede anche gradualità nell'applicazione del provvedimento, per dar tempo ai distributori di esaurire le scorte e alla produzione di tarare le quantità dei nuovi sacchetti alle esigenze del mercato. Attualmente - afferma Federdistribuzione - l’offerta sarebbe totalmente inadeguata alla domanda, con il rischio di generare manovre speculative sul mercato che potrebbero portare a un ulteriore aumento del costo dei sacchetti biodegradabili - che già oggi costano 4 o 5 volte più degli altri - e a una distorsione del mercato e della concorrenza, poiché alcuni avranno le forniture ed altri no.
L'associazione ricorda anche la necessità di confrontarsi con i principi comunitari (libera circolazione delle merci), per evitare di prendere provvedimenti che possano poi essere sanzionati da Bruxelles.
Irrealistico il termine del 1° gennaio. “In questo quadro di riferimento confuso appare irrealistica l’abolizione dei sacchetti di plastica dall’inizio del prossimo anno, senza che questa decisione generi caos e si rifletta in minor servizio al consumatore – commenta Barberini - Condividendo l’obiettivo di tutela ambientale legato a questa iniziativa ciò che abbiamo già proposto in passato e che ci aspettiamo ora è l’attivazione di un tavolo ministeriale finalizzato ad affrontare tutti gli aspetti critici, per arrivare nel più breve tempo possibile ad un’ipotesi concreta di sostituzione dei vecchi sacchetti con nuovi più ecosostenibili”.
27 dicembre 2010 09:47
Timori di shortage e manovre speculative in vista dell'entrata in vigore del bando ai sacchetti in plastica.Nessuno sa bene cosa succederà il 1° gennaio 2011, quando in assenza di proroghe o di riferimenti applicativi entrerà formalmente in vigore la legge 296/06, priva però di decreti attuativi e - per alcuni - anche di una reale efficacia. Questo stato d'incertezza, aggravato da disposizioni locali anche sanzionatorie approvate da alcuni comuni italiani, sta creando caos tra produttori e utilizzatori di sacchetti, dai piccoli negozi alle grandi catene della distribuzione organizzata.
Regole chiare. Sul questo delicato tema è intervenuta anche Federdistribuzione, che pur condividendo gli obiettivi di tutela ambientale che ispirano il divieto, ritiene che la politica debba fornire regole e strumenti adeguati per evitare che scelte pur corrette finiscano poi per penalizzare ancora una volta consumatori o imprese.
Rischi di speculazione. L'associazione della GDO guidata da Paolo Barberini chiede anche gradualità nell'applicazione del provvedimento, per dar tempo ai distributori di esaurire le scorte e alla produzione di tarare le quantità dei nuovi sacchetti alle esigenze del mercato. Attualmente - afferma Federdistribuzione - l’offerta sarebbe totalmente inadeguata alla domanda, con il rischio di generare manovre speculative sul mercato che potrebbero portare a un ulteriore aumento del costo dei sacchetti biodegradabili - che già oggi costano 4 o 5 volte più degli altri - e a una distorsione del mercato e della concorrenza, poiché alcuni avranno le forniture ed altri no.
L'associazione ricorda anche la necessità di confrontarsi con i principi comunitari (libera circolazione delle merci), per evitare di prendere provvedimenti che possano poi essere sanzionati da Bruxelles.
Irrealistico il termine del 1° gennaio. “In questo quadro di riferimento confuso appare irrealistica l’abolizione dei sacchetti di plastica dall’inizio del prossimo anno, senza che questa decisione generi caos e si rifletta in minor servizio al consumatore – commenta Barberini - Condividendo l’obiettivo di tutela ambientale legato a questa iniziativa ciò che abbiamo già proposto in passato e che ci aspettiamo ora è l’attivazione di un tavolo ministeriale finalizzato ad affrontare tutti gli aspetti critici, per arrivare nel più breve tempo possibile ad un’ipotesi concreta di sostituzione dei vecchi sacchetti con nuovi più ecosostenibili”.
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