25 aprile 2024 08:02
Le reazioni del mondo industriale all'approvazione, avvenuta ieri, del nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio, mostrano un fronte frastagliato. Si va da posizioni nettamente contrarie, come quelle espresse dai trasformatori italiani di materie plastiche e da Corepla, a posizioni più sfumate come nel caso dei produttori di materie plastiche o di imballaggi flessibili, fino a chi sostiene il nuovo regolamento, come Assorimap.
ASSORIMAP. Tra le associazioni italiane favorevoli all'approvazione del nuovo Regolamento c'è quella dei riciclatori di materie plastiche, che sostiene il ricorso all'ecodesign per diffondere l'uso di prodotti che abbiano un ciclo di vita e un uso anche al termine del loro scopo, "una risposta forte e concreta al riciclo meccanico delle plastiche”. Inoltre, l'associazione apprezza che sia stata recepita la proposta di inserire un contenuto minimo obbligatorio di riciclato. Per il presidente Walter Regis (foto a sinistra) le misure introdotte vanno nella direzione del pragmatismo "e sono state individuate per il raggiungimento fattuale degli obiettivi di sostenibilità ambientale già garantiti da questi materiali rispetto ad alternative meno performanti: per questo motivo apprezziamo tutte le misure introdotte a informare i consumatori, orientandoli a scelte consapevoli e verso un mercato green”.
“Siano quindi promosse politiche per la tracciabilità delle materie prime seconde, ovvero della plastica riciclata utilizzata, certificazioni di prodotto, etichettatura ed informazioni commerciali. Solo così avremo davvero chiuso il cerchio” conclude il presidente di Assorimap.
COREPLA. Il consorzio italiano per il recupero dei rifiuti da imballaggio ha espresso la sua opinione attraverso le parole del presidente Giovanni Cassuti (nella foto a destra): “Il voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi PPWR rischia di penalizzare il nostro Paese poiché non tiene conto delle peculiarità e dei risultati di ciascun Stato membro e mette a rischio gli sforzi finora compiuti in materia di economia circolare", afferma Cassutti. "Il rinnovato focus sul riutilizzo è in contraddizione con tutto quello che l’Unione europea ha promosso negli ultimi anni e questo cambio di strategia rimette in discussione un modello di riciclo consolidato che non consentirà alle amministrazioni nazionali di gestire con flessibilità l’assetto normativo e regolamentare. Ci auguriamo che il prossimo Parlamento e la prossima Commissione abbandonino quest’ottica pregiudizievole verso gli imballaggi in plastica e che si possa davvero collaborare a favore della sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
UNIONPLAST. Il punto di vista dell'associazione dei trasformatori di plastiche, parte della Federazione Gomma Plastica è ancora più netto, come riportato nell'articolo pubblicato ieri su questa testata (leggi). L'associazione sottolinea i danni per l'industria del riciclo e del packaging alimentare. "Il pericolo è che In nome del no ‘senza se e senza ma’ alla plastica si inneschi una reazione a catena a detrimento della sostenibilità - spiega il presidente di Unionplast Marco Bergaglio (nella foto) -: prodotti con una durata media minore, condizionata dall’assenza della protezione data dagli imballaggi, con l’aumento di scarti e sprechi alimentari, e il ricorso al cartoncino accoppiato con plastica o altri materiali, che produce più rifiuti e maggiore CO2 per lo smaltimento".
PLASTICSEUROPE. Meno netta l'associazione europea dei produttori di materie plastiche, che definisce il voto del Parlamento "una pietra miliare nella transizione verso un’economia circolare della plastica". Secondo il direttore di PlasticsEurope, Virginia Janssens (nella foto), nel complesso, il testo adottato è ambizioso e richiederà un'attuazione pratica. Viene apprezzata l'introduzione di target minimi di contenuto di riciclato negli imballaggi, perché aumenterà la domanda di plastica riciclata, stimolando gli investimenti nelle tecnologie di riciclo e nello sviluppo di prodotti riciclabili. Janssens chiede però che misure simili vengano applicate ad altri settori che utilizzano la plastica, per esempio edilizia e automotive. Non mancano le ombre: "vediamo la necessità di un’attenta revisione dell’impatto degli obiettivi di riutilizzo e dei formati interessati, soprattutto negli imballaggi per il trasporto - sottolinea Janssens -. Nonostante la mancanza di neutralità materiale, che compromette gli obiettivi originali del Regolamento di ridurre i rifiuti di imballaggio, sosteniamo l’adozione della PPWR in modo tempestivo". E guarda avanti: "Ora l’attenzione dovrebbe spostarsi sulla legislazione secondaria necessaria per attuare il regolamento in modo tempestivo, pratico e realistico.
FPE. L'associazione europea dell'imballaggio flessibile (non solo in plastica), Flexible Packaging Europe si schiera a favore del nuovo Regolamento, ritenuto "un passo avanti per incoraggiare imballaggi efficienti in termini di risorse e promuovere la circolarità degli imballaggi". Jacob Mosser (nella foto), presidente di FPE, apprezza anche la scelta di adottare un regolamento come strumento legislativo, per avere per normative omogenee sul mercato unico, anche se "desta preoccupazione il fatto che gli stati membri abbiano facoltà di adottare misure nazionali divergenti. Più del 50% dei generi alimentari dell’UE è confezionato in imballaggi flessibili e il flusso di tali alimenti fa affidamento, per funzionare, su una legislazione europea chiara, coerente e omogenea". La riciclabilità obbligatoria di tutti gli imballaggi entro il 2035 viene ritenuta "un’opportunità e una sfida che l’industria è pronta ad accettare", così come il raggiungimento di un tasso di riciclo del 55%, che gli stati membri devono supportare creando le infrastrutture adeguate per la raccolta e il riciclo degli imballaggi flessibili.
Il settore è anche pronto ad accettare la sfida della riduzione dell'uso degli imballaggi, facendo leva sul favorevole rapporto tra prodotto e peso della confezione, "da 5 a 10 volte più basso rispetto alle risorse alternative". Guardando al futuro: "l'’industria degli imballaggi flessibili è ora in attesa delle prossime mosse nella procedura di approvazione - conclude Mosser -. Dopo la pubblicazione del Regolamento PPWR inizierà l’importante fase di legislazione secondaria, e l’industria sollecita un’approvazione tempestiva di norme dettagliate su tutti i requisiti di sostenibilità".
A BUON RENDERE. Un passo avanti verso una gestione più circolare degli imballaggi, nonostante alcune posizioni siano state indebolite rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea: è questo il punto di vista della Campagna “A Buon Rendere” per l'introduzione in Italia del deposito cauzionale (o DRS - Deposit Return Scheme) per contenitori per bevande monouso.
All’art.44, il nuovo regolamento introduce l'obbligo per i Paesi Membri di conseguire al 2029 il 90% di intercettazione di bottiglie in plastica e lattine, e di istituire un DRS nel caso in cui non venisse raggiunto tale obiettivo nei tre anni precedenti. Nel caso delle bottiglie di plastica l’obiettivo di raccolta introdotto dalla Direttiva SUP è peraltro già stato recepito nel nostro ordinamento.
"Per quanto in Italia il Regolamento sia stato spesso descritto in modo distorto e poco informato, come 'una iniziativa ideologica che va contro la eccellenza italiana del riciclo', in realtà è anche, e soprattutto, un poderoso strumento per affiancare, efficientare e potenziare le strategie del riciclo - sostiene Silvia Ricci, Coordinatrice della campagna - Abbiamo presentato come campagna l’unico studio pubblicamente accessibile che quantifica costi e benefici derivanti dall’introduzione di un DRS in Italia che permetterebbe di conseguire in due anni il 95,3% come tasso di raccolta per le bottiglie in PET per bevande, il 96% per le lattine e il 95,8 % per il vetro". "Che cosa stiamo aspettando e soprattutto a chi giova ritardare l’introduzione di uno strumento che, non per nulla, è diventato prassi comune in 16 Paesi europei, che arriveranno a 20 in due anni?", si chiede Ricci.
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Il compounder veneto ha collaborato alla messa a punto della nuova gamma di pallet Poseidon realizzati con materiale riciclato, che in futuro potrebbe utilizzare.