
Le associazioni dei riciclatori e dell'industria delle bioplastiche sono state ascoltate nei giorni scorsi dalla VIII
Commissione Ambiente della Camera in merito alla Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PPNR o Recovery Plan).
COSA CHIEDONO I RICICLATORI di PLASTICA. Ai membri della Commissione,
Walter Regis, presidente di Assorimap (associazione dei riciclatori di materie plastiche) ha lanciato alcune proposte, tra cui l’introduzione di un
contributo straordinario finanziario nel biennio 2021/2022 per ogni tonnellata di materiale recuperato da rifiuti e trasformato in “
End of Waste” (EoW) o materia prima seconda (
MPS), a favore degli impianti di riciclo meccanico. L'associazione ha anche suggerito di aumentare la copertura finanziaria per il credito d’imposta inserito nel decreto “Crescita” e di introdurre un finanziamento destinato a favorire, per gli anni 2021/2022, il
rinnovamento del parco impiantistico, al fine di stimolare una maggiore produzione di materiale riciclato e raggiungere così gli obiettivi di Circular Economy.

“La Commissione Europea nella sua Strategia sulla Plastica ha previsto una crescita del 400% entro il 2030 - ha ricordato Regis (nella foto) -. Dal punto di vista ambientale, il raggiungimento degli obiettivi prefissati porterebbe un risparmio di CO2 pari a 14,8 milioni di tonnellate con la creazione di
65.000 nuovi posti di lavoro diretti e ulteriori 50.000 indiretti, oltre al
risparmio di oltre
1 miliardo di euro l’anno per l’industria europea della trasformazione di materie plastiche". Il presidente di Assorimap ha anche sottolineato come "la velocità di risposta della Pubblica Amministrazione negli iter amministrativi di rilascio di autorizzazioni per nuove attività o per ampliamenti dovrà allinearsi a quella dei migliori paesi comunitari per far sì che questo investimento non venga vanificato”.
BIOPLASTICHE E RIFIUTI ORGANICI. Il Presidente di
Assobioplastiche e di
Biorepack,
Marco Versari (
nella foto), ha ribadito la necessità di un maggior numero di impianti di riciclo organico e l'adozione di misure che favoriscano la chiusura del cerchio della frazione organica dei rifiuti domestici. Ha ricordato che in questo campo l'Italia viene considerata da tempo un riferimento a livello internazionale. In questa ottica, il PNRR dovrebbe incardinare
tre aspetti: una progettualità strategica in termini di
infrastrutture di trattamento della frazione organica; il sostegno all
’innovazione di sistema sia in termini di ricerca che di
industrializzazione dei nuovi processi per lo sviluppo di bioprodotti; una chiara incentivazione all’utilizzo del compost di qualità.
LE PROPOSTE DI FISE. Alla Commissione Ambiente sono state anche sentite le associazioni
FISE Unicircular (Paolo Barberi ) e
FISE Assoambiente (Chicco Testa), che rappresentano le imprese che raccolgono, gestiscono, riciclano e smaltiscono i rifiuti urbani e industriali.
Per le due organizzazioni, il Piano, oltre al rilancio del Paese in termini economici ed occupazionali, dovrebbe creare le condizioni per una sua
resilienza: nel caso dei rifiuti, ciò si traduce in una maggiore
indipendenza dagli approvvigionamenti dall’estero di materie prime ed energia, sostituendole il più possibile con quelle recuperate dai rifiuti, e costruire un sistema di gestione dei rifiuti più
autosufficiente e
funzionale, colmando i
gap impiantistici tra le varie aree del Paese e rispetto all’estero. Significa anche - hanno spiegato i due presidenti -, rendere il sistema del riciclo meno esposto ai cambiamenti del mercato e agli shock esterni.