E' la forma di smaltimento per la metà dei rifiuti urbani prodotti nel nostro paese. Si va dall'8% della Lombardia al 93% della Sicilia.
10 dicembre 2012 07:19
Mentre in Europa si discute sulla possibilità di azzerare il conferimento in discarica dei rifiuti potenzialmente riciclabili - e alcuni paesi sono giù vicini allo zero assoluto -, in Italia facciamo ancora fatica a raggiungere il traguardo minimo del 50%, anche se non mancano esempi virtuosi.
Secondo i dati contenuti nello studio “L’Italia del Riciclo”, rapporto annuale promosso da FISE Unire (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, solo il 33% dei nostri rifiuti viene riciclato (20% riciclo + 13% di compost), il 18% finisce a recupero energetico (contro una media europea del 29%) e ben il 49% imbocca la strada della discarica. Nel riciclo, peggio di noi fanno solo Portogallo (19%) e Grecia (18%), mentre la percentuale a livello europeo si attesta al 42%.
Il dato italiano appare però poco omogeneo, celando dietro la media situazioni assai diverse: se in Lombardia solo l'8% dei rifiuti finisce in discarica, in Sicilia questa percentuale sale al 93%. E sono dieci le regioni che utilizzano questa pratica per più del 60% dei rifiuti. Un divario che aumenta scendendo la penisola da Nord (25%), passando per il Centro (62%) fino ad arrivare al Sud (66%). La maglia nera va comunque al Lazio: con oltre 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti è la Regione che smaltisce in discarica la maggiore quantità di rifiuti urbani, pari al 74% di quelli prodotti. La sola Provincia di Roma interra ogni anno quasi 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui oltre 1,3 milioni solo nel Comune di Roma.
Come fanno notare i ricercatori che hanno lavorato all'edizione 2012 de “L’Italia del Riciclo”, è ancora ampio il divario che ci separa dai Paesi che presentano migliori performance nel recupero di materia dai rifiuti urbani, come Austria (70%), Germania e Belgio (62%), Paesi Bassi (61%), Svezia (50%) e Danimarca (42%). Questi sei Paesi europei, oltre a un elevato tasso di riciclo e a una quota significativa di recupero energetico mostrano anche un altro dato in comune: smaltiscono in discarica tra lo 0 e il 3% dei loro rifiuti, anche grazie al ricorso al recupero energetico, che raggiunge punte del 54% e del 38% rispettivamente in Danimarca e Germania.
In questo scenario, resta positivo il dato del riciclo degli imballaggi, che l'anno scorso è cresciuto in Italia sia in volume, pari a 7,5 milioni di tonnellate (+2% sul 2010), che in termini relativi, raggiungendo il 64% dell'immesso al consumo: in crescita carta (+3%), plastica (+4%) e vetro (+7%), mentre sono in calo acciaio (-1%), alluminio (-13%) e legno (-5%).
"Anche il Rapporto di quest’ anno - sottolinea Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile – mette in luce come l’ Italia abbia una gestione poco virtuosa dei suoi rifiuti con un'altissima percentuale di ricorso alla discarica e una bassa percentuale di riciclo effettivo". Secondo Ronchi, uno dei motivi di questa situazione è la bassa tassazione sullo smaltimento in discarica, pari a 15 euro a tonnellate in Italia contro le 40 della Germania. "Occorre dare effettiva priorità al riciclo, così come obbliga a fare la direttiva europea 98/2008 CE, ricorrendo anche agli incentivi economici o fiscali in quelle filiere, per esempio quella delle plastiche miste, dove il riciclo si trovi in condizioni di svantaggio rispetto al recupero energetico”.
Agli effetti ambientali, si sommano quelli economici che deriveranno dalle multe che l'Europa ci infliggerà per il mancato adeguamento alla Direttiva 1999/31/CE. Alla fine di Febbraio 2012 l’Italia aveva ricevuto una lettera di messa in mora da parte della Commissione europea per la presenza sul territorio italiano di 102 discariche esistenti non ancora chiuse, né rese conformi alla direttiva. La Commissione ha invitato l’Italia a trasmettere le osservazioni in merito a queste discariche. Il 24 Ottobre 2012 la Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per il mancato rispetto di quanto previsto dalla normativa europea e ha chiesto all’Italia il pagamento di una multa di 56 milioni di euro e di un’ammenda giornaliera di 256.819,20 euro per il periodo che eventualmente trascorrerà tra una seconda sentenza di condanna da parte dei giudici del Lussemburgo (dopo quella arrivata nell’aprile 2007) e l’effettivo adeguamento ai principi europei della normativa italiana e dei sistemi di gestione delle discariche.
Il testo integrale del Rapporto L'Italia del Riciclo è scaricabile dal sito della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile o da quello di Fise Unire.
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