Pubblicata l'analisi sull'industria europea delle materie plastiche elaborata da PlasticsEurope, EuPC, EuPR ed EPRO.
5 ottobre 2011 07:30
Per farsi un'idea di come è andata l'industria europea delle materie plastiche nel 2010 si può leggere il nuovo report "Plastics-the facts 2011" elaborato come ogni anno dalle quattro associazioni europee di settore: PlasticsEurope, EuPC, EuPR e EPRO.
La nota positiva è che la produzione mondiale di plastiche è cresciuta l'anno scorso del 6% sul 2009, raggiungendo un volume complessivo di 265 milioni di tonnellate (+15 milioni rispetto all'anno precedente), 57 milioni dei quali provenienti dall'Europa (+4%); l'aspetto negativo è che l'Europa perde il suo ruolo centrale e vede diminuire l'occupazione di due punti percentuali a causa della chiusura di aziende e fenomeni di delocalizzazione. Così, nel 2010 la Cina ha sorpassato il Vecchio Continente prendendo la testa della classifica dei principali produttori mondiali, con il 23,5% della produzione globale contro il 22% dell'Europa (con l'Italia che contribuisce per il 2% circa).
Nel complesso, l'industria sta lentamente cercando di recuperare volumi produttivi, fatturato e margini, ma avanza con fatica. "Nei primi sei mesi del 2011 il ritmo della ripresa ha subito un rallentamento a causa della contrazione delle scorte e dell'incertezza sulla crescita economica - nota Claus-Jürgen Simon, responsabile economia e mercato presso PlasticsEurope, federazione europea dei produttori di materie plastiche - Con le esportazioni stabili e le importazioni in crescita nei prossimi mesi c'è anche da attendersi una riduzione del saldo commerciale settoriale".
Tornando ai dati 2010, si nota come l'industria viaggi con diverse velocità: se i produttori europei di materie plastiche l'anno scorso hanno visto incrementare il giro d'affari del 17% a 104 miliardi di euro, beneficiando della ripresa mondiale, la trasformazione - più legata ad un contesto regionale - è cresciuta con un tasso inferiore, +9,5%, per un fatturato totale di 203 miliardi di euro. Nel complesso, l'intero comparto - comprese tecnologie di trasformazione e servizi - occupa in Europa 1,6 milioni di addetti, senza contare l'indotto.
In termini di volumi, l'industria trasformatrice europea ha aumentato l'anno scorso i suoi consumi del 4,5% a 46,4 milioni di tonnellate: i principali settori applicativi si confermano l'imballaggio (39%, la cui quota scende però rispetto al 40,1% del 2009), edilizia e costruzioni (20,6%), automotive (7,5%) e industria elettrica ed elettronica (5,6%).
Poche sorprese anche nella segmentazione delle famiglie polimeriche più utilizzate; le grandi 5 (polietilene, polipropilene, PVC, polistirene ed EPS, PET) valgono tre quarti dei consumi, con in testa il polietilene (29%), seguito da PP (19%) e PVC (12%). Guardando invece ai tassi di crescita, i risultati migliori li mettono a segno i tecnopolimeri, con incrementi annui del 13% nel caso dell'ABS e del 20% per le poliammidi.
Positivo il trend del riciclo dei rifiuti plastici post-consumo: su 24,7 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti lo scorso anno in Europa ne sono stati recuperati la maggior parte (14,3 milioni di tonnellate, contro i 13,1 milioni del 2009), con un incremento sia dei volumi riciclati (+8,7%) che di quelli avviati a recupero energetico (+9,8%).
Scarica il report completo Plastics-the facts 2011 (PDF)
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