19 aprile 2024 08:46

In vista del quarto round di negoziazione sul Trattato mondiale contro l’inquinamento da plastiche, in programma dal 23 al 29 aprile, si terrà a Ottawa, in Canada, l'associazione dei produttori europei di materie plastiche PlasticsEurope invita i negoziatori a concentrarsi su misure politiche volte ad aumentare il valore dei rifiuti plastici, trasformandoli in materie prime circolari, piuttosto che concentrarsi su divieti ed elenchi negativi. Ciò si potrebbe fare incrementando la domanda di materie prime plastiche circolari, anche mediante obiettivi obbligatori di contenuto riciclato nei manufatti, da introdurre a livello nazionale.

PlasticsEurope ritiene che la transizione da un sistema lineare a uno circolare, in cui tutte le applicazioni delle plastiche possano essere riutilizzate, riciclate e gestite in modo responsabile, sia fondamentale per affrontare il problema dei rifiuti plastici. E il modo più efficace per accelerare questa transizione mantenendo l’utilità che la plastica offre alla società - spiega l'associazione in una nota - è che il Trattato renda i rifiuti di plastica un bene con un valore reale.

Secondo i produttori di materie plastiche, politiche e misure che aumentano il valore dei rifiuti di plastica devono essere supportate da meccanismi di finanziamento sostenibili e, a questo proposito, cita gli schemi EPR (Responsabilità Estesa del Produttore).

"Anche se i negoziati vanno portati avanti con urgenza e ambizione, dobbiamo evitare decisioni uguali per tutti e superficialmente attraenti, che porteranno a conseguenze ambientali e socioeconomiche indesiderate e mineranno la nostra capacità di attuare efficacemente il Trattato - conclude la nota -. Invece di divieti ed elenchi negativi, che sono misure brutali e controproducenti, invitiamo i negoziatori a sostenere un approccio basato sulla scienza. Ciò ci consentirebbe di definire ed evitare applicazioni problematiche ed evitabili della plastica che si disperdono nell’ambiente, senza creare ulteriori danni ambientali inutili e danni socioeconomici”.

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