6 dicembre 2024 09:18
Un calendario fitto di appuntamenti per l'industria chimica al Ministero delle Imprese e del Made in Italy: nei giorni scorsi si è parlato di Versalis (leggi articolo) e ieri si è tenuto alla presenza del ministro Urso un incontro del tavolo della chimica. E non finisce qui: sono state fissate per settimana prossima due nuove riunioni per esaminare il piano di ristrutturazione di Versalis (leggi articolo): l'11 dicembre si approfondirà il futuro degli asset produttivi della Puglia, in particolare il polo di Brindisi, mentre venerdì 13 toccherà ai siti di Ragusa e Priolo, in Sicilia.
L'incontro di ieri a Roma era dedicato alla politica industriale per risollevare le sorti della chimica in Italia.
Il ministro Adolfo Urso, presente alla riunione insieme con il viceministro Valentino Valentini, ha affermato di essere al lavoro per intervenire su quattro aree che afferiscono al CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), l'onere applicato alle importazioni di prodotti ad alta intensità di carbonio provenienti da paesi extra-EU dove sono in vigore regole ambientali meno rigorose di quelle UE.
In primo luogo agire per semplificare in modo rilevante l’onere burocratico per le imprese associato a questo meccanismo, quindi valutare l’estensione del campo di applicazione, arginare i rischi di elusione delle regole, in particolare in relazione alle importazioni e, infine, garantire alle imprese europee l’equa competizione, sia sul mercato interno che su quelli extra-EU, al fine di ridurre i rischi di delocalizzazione.
Correzioni che vanno introdotte prima che termini, a fine 2025, il periodo transitorio.
“Occorre adottare misure che permettano alle nostre imprese di competere ad armi pari con i competitor di Paesi extra-UE - ha affermato il Ministro -. Vogliamo portare avanti una politica industriale realista e pragmatica, sia in sede nazionale sia a livello europeo, per affrontare in maniera adeguata le sfide che abbiamo davanti". “Siamo in contatto con alcuni Paesi europei per la redazione di un non paper sulle industrie energivore e quindi anche sulla chimica, per chiedere alla Commissione europea di anticipare le due fasi di revisione del meccanismo che sono già previste al 2026 e al 2028", ha aggiunto.
Al tavolo della chimica erano presenti i rappresentanti del ministero dell'Ambiente e Sicurezza energetica (MASE), Federchimica, Unionchimica, associazioni datoriali e sindacati.
"È importante che si riconquisti un protagonismo italiano nelle scelte dell’Europa, che si intervenga con meccanismi correttivi delle normative nel settore della chimica e di quelli collegati, che si tuteli il lavoro e i lavoratori, nel rispetto dell’obiettivo della neutralità climatica al 2050 - è intervenuta la Segretaria Generale della Femca-Cisl, Nora Garofalo -. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy accolga le nostre richieste, formulate insieme a Federchimica, Unionchimica e le altre organizzazioni sindacali: un fondo per la Chimica circolare e sostenibile, la semplificazione di un quadro normativo che attualmente rende difficile l’innovazione, la valorizzazione del nostro Paese come hub energetico per l’area Sud dell’Europa, il miglioramento della sostenibilità dei trasporti collegati a questa industria, l’impegno sulle competenze e la formazione".
Femca accoglie quindi con favore l’impegno del Governo per una revisione immediata, in sede europea, del CBAM e l'incremento, annunciato dal ministro, delle risorse finanziarie per le imprese del settore, sia in termini di oneri indiretti che per finanziare tecnologie innovative di processo e di prodotto. "Come sindacato - ha concluso Nora Garofalo - ci rendiamo disponibili a un patto per la redazione di un piano europeo della Chimica che dia prevedibilità e stabilità alle imprese, favorendo la neutralità tecnologica e tutelando i lavoratori del Vecchio Continente, che contribuisce per il solo 6,4% alle emissioni climalteranti dell’intero pianeta".
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