10 maggio 2024 10:40
A meno di due mesi dalla scadenza dell'ultimo rinvio, la plastics tax italiana sta instillando forte preoccupazione tra le imprese della filiera delle materie plastiche e imballaggio, anche perché non è stato ancora pubblicato il decreto direttoriale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM) che dovrebbe fissarne i dettagli applicativi.
Istituita con la Legge Finanziaria 2020, la tassa colpisce con un prelievo di 450 euro a tonnellata (0,45 euro al kg) i manufatti in plastica con singolo impiego (MACSI). Sono escluse dal perimetro di applicazione le plastiche compostabili secondo la UNI EN 13432 e quelle ottenute da riciclo, anche per quota parte, oltre che tutti i dispositivi medici e gli imballaggi farmaceutici. L'ultima legge di Bilancio ne ha prorogato l'applicazione al 1° luglio 2024 insieme con la 'sugar tax'.
Ci sono alcuni elementi che potrebbero lasciar adito ad un ulteriore rinvio. La decorrenza della norma, secondo la versione originale della legge, dovrebbe avvenire dal primo giorno del secondo mese successivo alla pubblicazione del decreto direttoriale, che - ricordiamo - non è stato ancora emanato. Siamo quindi oltre i termini per un avvio della plastics tax il prossimo 1° luglio.
Inoltre, lo Statuto del Contribuente prevede che l’amministrazione finanziaria metta a disposizione del contribuente "i modelli di dichiarazione, le relative istruzioni, i servizi telematici, la modulistica e i documenti di prassi amministrativa, con idonee modalità di comunicazione e di pubblicità, almeno sessanta giorni prima del termine assegnato al contribuente per l’adempimento al quale si riferiscono".
Oltre all'aspetto procedurale, va considerata la mole di adempimenti burocratici e di rendicontazione a carico delle imprese e della pubblica amministrazione, che rendono in ogni caso insufficienti due mesi di preavviso. Si pensi, ad esempio, alla certificazione del contenuto di plastiche compostabili o di riciclato esente dall'imposta, senza contare le verifiche sui prodotti importati.
Il sospetto è che sia deciso di lasciare nel limbo un provvedimento che si sa di non poter far partire a luglio, ma che non si ha il coraggio di cancellare o prorogare ulteriormente per non scontentare un'opinione pubblica plastofobica e fornire ragioni all'opposizione, specie in vista delle prossime elezioni europee.
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