Con la
chiusura dello stabilimento di
Terni, ormai imminente e definitiva, si conclude la storia di
Treofan in Italia, produttore di film in polipropilene biorientato (BOPP) acquisito dal gruppo indiano Jindal tre anni fa. Dei due stabilimenti italiani, infatti, quello di Battipaglia (SA), era stato già ceduto l'anno scorso a
Jcoplastic (
leggi articolo).
Per protestare contro la messa in liquidazione della società e i licenziamenti, i lavoratori hanno
occupato lo stabilimento e - affermano i sindacati - "sono pronti ad
azioni eclatanti". L'unica concessione finora ottenuta è la proroga di una settimana della Cassa integrazione.
"Adesso la priorità è salvaguardare i 140 lavoratori, assicurando loro gli ammortizzatori sociali e concordando con la proprietà un processo di reindustrializzazione del sito produttivo - dichiara
Nora Garofalo, segretaria generale
Femca-Cisl -. Ai vertici della multinazionale, il cui comportamento ad oggi è stato alquanto discutibile, chiediamo un segno concreto di
assunzione di responsabilità. La smettano di ignorare le più elementari regole delle relazioni industriali e si impegnino per trovare una soluzione per la continuità dell’attività, che assicuri occupazione, reddito dei lavoratori e non disperda le professionalità acquisite". "Fermo restando che chiudere lo stabilimento di Terni vuol dire
affossare l'intero
polo chimico e tutto il territorio ternano, una opzione per noi inaccettabile”, conclude la segretaria generale di Femca.
Jindal Films Europe possiede in Italia uno stabilimento per film plastici a
Brindisi e, grazie ad una recente acquisizione, anche un impianto a
Cesano Maderno per film in poliammide (cast e biorientato), ceduto all'inizio dell'anno da
DOMO Chemical (
leggi articolo). In Europa il gruppo indiano opera con impianti a
Neunkirchen, in Germania (ex Treofan),
Kerkrade (Olanda) e
Virton (Belgio), dove è presente un centro tecnologico.
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