6 giugno 2019 08:55
Assobioplastiche si sta muovendo presso il Ministero dell’Ambiente e le commissioni parlamentari per far esentare le bioplastiche compostabili dai divieti imposti dalla direttiva sugli articoli monouso (SUP, Single Use Plastics) che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2021 (leggi articolo). Lo ha dichiarato ieri a Roma il Presidente dell’associazione, Marco Versari, durante la presentazione del quinto Rapporto annuale Assobioplastiche contenente i dati aggiornati sullo stato di salute del comparto (leggi articolo).
I RISCHI DELLA SUP. Secondo Versari: "l’incognita maggiore per il futuro di un’industria che genera valore e sviluppa occupazione è determinata dalla direttiva SUP Gli Stati membri hanno tutti gli strumenti per recepire le norme della direttiva tenendo conto dei singoli contesti nazionali e dei relativi sistemi di gestione dei rifiuti, differenziando le misure di riduzione in base al diverso impatto ambientale dei singoli prodotti, come espressamente previsto dalla direttiva”. "Ci auguriamo che l’Italia prosegua sulla strada già intrapresa in modo lungimirante diversi anni fa volta incentivando l’uso sia di prodotti riutilizzabili che di monouso compostabili”, ha aggiunto.
SOSTEGNO POLITICO. Nel corso della mattinata è intervenuto telefonicamente il Senatore Gianni Girotto, Presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, che ha confermato l'intenzione di escludere gli articoli in bioplastica - qualora correttamente raccolti in modo differenziato con la frazione organica - dall’ambito dei prodotti messi al bando, in fase di redazione della legge di recepimento della nuova direttiva.
Per sostenere questa tesi, Assobioplastiche ha elaborato un documento che analizza la Direttiva SUP e individua i punti che potrebbero avallare questa posizione, inviato al Ministro dell'Ambiente Costa, ai presidenti delle commissioni e ai parlamentari chiamati a receprire la nuova normativa nel nostro ordinamento, una volta che il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea.
RECEPIMENTO SELETTIVO. Secondo Assobioplastiche, vi sarebbero una serie di dati di contesto - nel pacchetto sull’economia circolare e nella strategia europea sulla plastica - e alcuni dati letterali come, ad esempio, la diversa definizione, riportata nell’art. 3 della Direttiva, di materie plastiche, plastiche oxodegradabili (espressamente vietate) e bioplastiche compostabili, che aprirebbero ad una selettività nel loro trattamento.A questo si aggiunge la considerazione relativa alla raccolta differenziata dell’umido, che nel nostro paese consente di gestire in modo controllato gli articoli monouso compostabili. Il tutto nell’ambito di un processo che dovrebbe in ogni caso puntare alla riduzione dei consumi di questi articoli.
Data l’importanza del provvedimento e l'impatto su un comparto industriale che conta decine di imprese e centinaia di posti di lavoro a rischio - l'Italia è il primo produttore e consumatore in Europa di stoviglie monouso - Assobioplastiche ha chiesto di mettere mano quanto prima al recepimento, in modo da chiarire quale sarà il quadro di riferimento nel quale le aziende dovranno operare, che nel caso di un’interpretazione restrittiva, potrà portare alla chiusura, al ridimensionamento o al trasferimento della produzione in paesi extraeuropei.
NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE BIOREPACK. La filiera delle bioplastiche sta anche attendendo dal Ministero dell’Ambiente una risposta alla domanda avanzata da alcuni operatori del settore lo scorso dicembre per creare, all’interno di Conai, il settimo consorzio di filiera: Biorepack, Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile (leggi articolo). La nascita di questo consorzio - sostiene Versari - potrebbe fornire risposta anche alle richieste di una maggiore comunicazione, informazione e distinguibilità dei manufatti compostabili al fine di valorizzarne al meglio il riciclo in compostaggio.
IL PUNTO DI VISTA DELLA DISTRIBUZIONE. Alla presentazione del rapporto Assobioplastiche è intervenuto Marco Pagani, direttore area legale di Federdistribuzione, che ha illustrato la decisione annunciata nei giorni scorsi di affiancare, a partire dal 1° luglio di quest’anno, ai prodotti in plastica monouso anche stoviglie in materiale compostabile, ed eliminare dagli scaffali entro il 30 giugno 2020 tutte le stoviglie in plastica monouso non compostabili (leggi articolo). La decisione di anticipare l’entrata in vigore del provvedimento - che la Direttiva SUP fissa al 1° gennaio 2021 - è stata presa per fornire un sufficiente lasso di tempo alle aziende della grande distribuzione e ai loro fornitori per adeguarsi alle nuove norme in modo graduale, evitando il caos seguito all’introduzione degli shopper compostabili. Mentre la decisione di mantenere a scaffale le stoviglie ‘bio’ anche dopo il 2021 dipenderà da come la direttiva SUP sarà recepita nel nostro paese.
ALTRI INTERVENTI. Nel corso della tavola rotonda, il presidente del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) Flavio Bizzoni ha sottolineato come la presenza nel compost di plastiche non biodegradabili incida per il 15% sui costi di recupero della frazione organica dei rifiuti, chiedendo quindi una maggiore qualità della raccolta differenziata e l’introduzione di una etichetta di facile comprensione per i consumatori, che identifichi chiaramente dove vanno conferiti i diversi imballaggi.
Mario Maggiani di Amaplast ha ricordato che la trasformazione di bioplastiche non richiede impianti dedicati, potendo adattare, con qualche modifica e settaggi, le macchine già impiegate per la trasformazione delle plastiche convenzionali. Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, ha invece illustrato il protocollo d'intesa siglato con Assobioplastiche per favorire l’utilizzo di bioteli in agricoltura (leggi articolo), mentre Christophe De Boissoudy, presidente del Club Bioplastique France - associazione francese delle palstiche compostabili - ha fatto il punto sulle normative francesi in tema di economia circolare e bioeconomia, non dimenticando il contributo fornito dall’Italia come apripista nel settore delle bioplastiche.
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