Non mancano segnali positivi, dopo sei anni di contrazione dei volumi, ma la domanda interna è ancora debole.
15 luglio 2014 11:01
Questa mattina in Federchimica erano di scena le materie plastiche, al centro di un convegno organizzato da PlasticsEurope per fare il punto sulla crisi e sulle prospettive di ripresa di un comparto che vale 14,9 miliardi di euro di fatturato, fa aprire i cancelli ogni giorno a 4.900 aziende e occupa oltre 109mila addetti.
I dati sull’anno appena trascorso e le anticipazioni su quello in corso sono stati illustrati da Paolo Arcelli di Plastic Consult. Se nel 2013 sono state trasformate in Italia 5,3 milioni di tonnellate di polimeri vergini, in flessione di circa 3 punti percentuali sull’anno precedente, oltre a circa 500 mila tonnellate di polimeri da riciclo post consumo, il 2014 potrebbe chiudersi in lievissima crescita, intorno a uno o due punti percentuali; troppo poco per parlare di ripresa, quanto basta per confidare in una stabilizzazione dei consumi, dopo sei anni ininterrotti di contrazione. In altre parole, il cammino è lungo e il declivio da scalare per riposizionarsi sui livelli precrisi è impegnativo: rispetto al 2007, infatti, si sono persi due milioni di tonnellate di consumi di plastiche vergini e con essi capacità produttiva difficile da ripristinare.
Sono andate meglio le esportazioni: 21,2 miliardi di euro nel 2013, considerando l’intera filiera delle materie plastiche (compresi manufatti e macchinari), di cui 5,2 miliardi per le sole plastiche vergini, che sono così tornate - per questo indicatore - sui livelli precrisi.
Trend che si conferma, in positivo, nei primi tre mesi del 2014, con una crescita dell’export, a livello di filiera, del 4,8% a 5,42 miliardi di euro; positivo il contributo di tutti e tre i segmenti: materie plastiche vergini, con export a 1,3 miliardi di euro (+2,9%), macchine (611 milioni, +8,9%) e articoli in gomma e plastica (3,45 miliardi, +4,8%). Va però detto che per i polimeri siamo pesantemente deficitari con l'estero: il saldo commerciale, nel primo trimestre è infatti negativo per poco più di un miliardo di euro (ed è peggiorato del 4,3% rispetto al 2013), anche se, a livello di filiera, resta ancora positivo per 790 milioni (+5,9%).
Per quanto concerne le stime 2014, nei primi sei mesi alcuni settori applicativi nel nostro paese sono tornati in positivo, anche se si tratta di una crescita a macchia di leopardo e non coinvolge ancora due tra i mercati chiave di sbocco delle materie plastiche: edilizia e trasporti.
Per quanto riguarda l’imballaggio, che da solo assorbe circa il 40% dei volumi di polimeri trasformati in Italia, Plastic Consult rileva nella prima parte dell’anno un andamento fortemente differenziato in funzione dell’applicazione finale: “stentano ancora i comparti legati agli imballaggi industriali e di movimentazione merci, mentre si sta dimostrando più dinamico l’imballaggio alimentare, uno tra i principali comparti che aggancia, direttamente o attraverso l’industria utilizzatrice, la domanda internazionale. Stessi segnali positivi dagli articoli casalinghi ad alto contenuto di design, nicchia ad alto valore aggiunto”.
Da qui la stima prudenziale - ma bisogna essere ottimisti per aspettarsi qualcosa di meglio - di una stabilizzazione della domanda di plastiche sui livelli del 2013 o tuttalpiù una modesta crescita, non superiore all’1-2%.
Nel medio termine - a partire dal 2015 - sono attese ricadute positive dal processo di rimpatrio di alcune produzioni delocalizzate negli anni scorsi all’estero (reshoring) avviato dal alcune industrie utilizzatrici, quali elettrotecnica, elettronica, meccanica, abbigliamento e calzature.
Passando al riciclo di plastiche, si conferma il trend costantemente ascendente, guidato in larga parte dai maggiori volumi di rifiuti differenziati raccolti e trattati. L’anno scorso gli imballaggi in plastica raccolti in Italia sono cresciuti dell11% a 768.000 tonnellate, con un volume procapite passato in un anno da 11,6 a 12,9 kg. Di queste, 430.000 tonnellate sono state effettivamente riciclate; aggiungendo i volumi non provenienti dalla raccolta differenziata (fuori dal sistema Corepla), il totale di materiali plastici post-consumo riciclati in Italia sale a 790.000 tonnellate.
Più roseo il quadro offerto dai costruttori di macchine e impianti per la trasformazione delle materie plastiche, che hanno chiuso il 2013 con un valore della produzione in leggero calo (-2,5%) a 3,9 miliardi di euro ed esportazioni pressoché stabili intorno a 2,55 miliardi (-0,8%), ma in crescita di quasi nove punti percentuali nel primo trimestre di quest’anno; un tasso che Assocomaplast non ritiene possa caratterizzare l’intero anno, ma che porterà con tutta probabilità un incremento di qualche punto percentuale a consuntivo.
L’Associazione dei costruttori italiani inizia anche a rilevare qualche segnale di ripresa degli investimenti sul mercato interno. La speranza è che l’anno prossimo, in occasione di Plast2015, si possano fornire numeri preceduti dal segno più. Fino ad allora, quanto meno per scaramanzia, meglio non parlare di ripresa.
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