Nel primo quadrimestre la raccolta di rifiuti da imballaggio in plastica è aumentata del 18%.
10 giugno 2013 07:22
Difficile che il Contributo Ambientale Conai (CAC) per gli imballaggi in plastica possa diminuire ancora; anzi, a causa dell'effetto combinato tra la crescita della raccolta differenziata e il deficit di catena (differenza tra ricavi della vendita e costi strutturali delle attività di recupero nel loro complesso), non è da escludere che possa tornare crescere in futuro per riequilibrare i conti del consorzio di filiera Corepla.
Il tema è stato affrontato durante l'Assemblea annuale di IPPR (leggi articolo) da Giorgio Quagliuolo (nella foto), fresco di nomina alla presidenza di Corepla. Grazie alla partenza della raccolta differenziata in alcune aree del paese, prima fra tutte la città di Roma, nei primi quattro mesi dell'anno la raccolta di rifiuti da imballaggio in plastica è cresciuta del 18%, a fronte di un calo dell'immesso al consumo del 10%.
Considerando che - secondo la stessa Corepla - il deficit di catena è cresciuto nel 2012 da 259 a 306 euro a tonnellata, è chiaro che ogni chilogrammo in più di rifiuto raccolto è destinato ad allargare il "buco" nei bilanci del consorzio. Anche perché - ha spiegato Quagliuolo - man mano che aumentano le quote di riciclo nelle aree più avanzate (prevalentemente, ma non solo, nel Nord del paese), cresce anche la frazione dei rifiuti più difficili da riciclare e, quindi, il costo di sistema.
"Ci stiamo già interrogando se il contributo attuale (pari a 110 euro a tonnellata dopo due tagli consecutivi, Ndr), sia ancora sostenibile e per quanto tempo", ha dichiarato Quagliuolo, ricordando che la decisione spetta in ogni caso a Conai.
L'anno scorso il sistema Corepla ha raccolto 693.314 tonnellate di rifiuti da imballaggio in plastica, in crescita del 5,5% rispetto al 2011 (657.000 t). Il riciclo meccanico è stato pari a 395mila tonnellate, mentre la termovalorizzazione ha consentito di sottrarre altre 254.000 tonnellate dalla discarica (225.000 t nel 2011). Corepla stima in 826.000 tonnellate la quantità di CO2 evitata grazie alle attività di riciclo e recupero degli imballaggi, con un risparmio energetico per il paese intorno a 7.000 GWh.
Quagliuolo ha anche toccato il tema del recupero energetico: "Le priorità non vanno messe in discussione - ha affermato -. Siamo convinti che il riciclo meccanico debba essere sempre favorito, ma bisogna anche tenere conto che non tutto si può riciclare per via meccanica. Occorre farsi carico delle frazioni non riciclabili, che possono essere valorizzate in modo diverso, come una riserva di energia". Soprattutto - ha ricordato Quagliuolo - se vogliamo raggiungere l'obiettivo "zero discarica" entro il 2020 (oggi solo il 2% dei rifiuti gestiti da Corepla finisce in discarica).
Posizione che non ha trovato una sponda in Edo Ronchi, presente all'evento: pur dichiarandosi non pregiudizialmente ostile al recupero energetico, il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile teme che il suo sviluppo, se non equilibrato, possa entrare in conflitto con il riciclo meccanico, indebolendolo, proprio quando l'Unione Europea si prepara ad alzare gli obiettivi.
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