Cresce la produzione, con l'export che tira. Ma servono misure strutturali per far ripartire la domanda interna.
6 luglio 2012 05:02
La Federazione delle associazioni che operano nei beni strumentali, Federmacchine (a cui aderisce anche Assocomaplast in rappresentanza del settore gomma-plastica), archivia un 2011 positivo, con la produzione in crescita dell'11,8% a 37,9 miliardi di euro, che si avvicina a gran passi ai livelli record pre-crisi. Una dinamica che trae beneficio dalle esportazioni, aumentate nell'anno del 17,1% a 26,7 miliardi, ma che vede un segno positivo anche sul mercato interno (+3,1%), dove le consegne dei costruttori italiani sono salite dell'1,1% per un valore di 11,2 miliardi di euro su un totale di 17,4 miliardi di euro.
I dati sono stati diffusi nel corso dell'Assemblea annuale della Federazione tenutasi nei giorni scorsi a Milano, che ha ospitato il convegno “Quale futuro per il manifatturiero italiano?”. Domanda non retorica in un momento di grandi sfide e cambianenti per tutto il manifatturiero nazionale, anche per quei comparti che sembrano accusare meno i colpi della crisi.
Per superare il rallentamento del mercato domestico, i costruttori italiani di beni strumentali hanno spinto l'acceleratore sulle esportazioni, incrementando del 10% la quota sulla produzione, fino a superare l'anno scorso la soglia del 70%. "Appare evidente che l’industria italiana del comparto ha saputo rispondere pro-positivamente ai venti di crisi affiancata, in questo, dalla federazione che opera per supportare le imprese nel processo di sviluppo e per rappresentare le istanze delle aziende del settore”, ha affermato il Presidente di Federmacchine Giancarlo Losma.
Federmacchine chiede ora al Governo misure che favoriscano la ripresa del consumo domestico di beni strumentali, con un programma strutturato di interventi. Come, ad esempio, la liberalizzazione degli ammortamenti per i beni strumentali, provvedimento che lascerebbe libere le imprese di ripartire le quote in tempi più brevi, posticipando in questo modo il carico di imposte. Un'altra misura chiesta a gran voce è il ripristino temporaneo della detrazione del 50% del valore degli investimenti effettuati in nuovi macchinari, che potrebbe far ripartire il manifatturiero nel suo complesso.
Dal podio, Losma ha espresso invece apprezzamento per la re-introduzione dell’ICE, l'Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: "finalmente ripristinata dopo l’illogica soppressione di un anno fa”. Federmacchine rivendica anche un altro merito: l'inserimento all'interno del DL Sviluppo del provvedimento di razionalizzazione delle risorse: "concentrando le disponibilità di finanziamento per le iniziative di internazionalizzazione presso consorzi e presso le associazioni di categoria, considerato che sono proprio queste ultime a conoscere approfonditamente le esigenze delle imprese che rappresentano".
“D’altra parte - ha aggiunto Losma - accogliamo con favore il provvedimento che riguarda la possibilità per le Pmi di servirsi di nuovi strumenti di debito per rafforzare la propria struttura patrimoniale e finanziaria, favorendo così l’accesso al credito delle imprese oggi particolarmente difficile anche a causa delle restrizioni imposte da Basilea 3”. Viene invece ritenuto "più debole" l’intervento del Governo in favore della ricerca e sviluppo, attività ritenuta indispensabile per garantire la competitività sul mercato globale.
Giancarlo Losma ha concluso il suo intervento ricordando come la forte pressione fiscale renda più difficile fare impresa: "Comprendendo la necessità di mantenere questa linea per garantire ordine nei conti pubblici, purché sia una scelta temporanea - ha affermato -, i costruttori di machinery propongono l’abbattimento dell’Irap sul personale per una quota pari al rapporto export/fatturato dell’impresa, con l’obiettivo di premiare le imprese più virtuose e di stimolare il processo di internazionalizzazione di quelle che ancora sono fortemente orientate a operare sul mercato nazionale”.
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