Cresceranno soprattutto quelle non biodegradabili e l’Asia dominerà il mercato. L'Europa deve svegliarsi...
5 novembre 2015 13:51
Nella prima delle due giornate dedicate al convegno internazionale sulle bioplastiche, in programma oggi e domani a Berlino, European Bioplastics ha presentato i dati aggiornati sul mercato delle bioplastiche, elaborati congiuntamente da IfBB (Istituto per le bioplastiche e i biocompositi dell’Università di Hannover) e nova-Institute.
Il settore cresce anche nel 2014 da 1,4 a 1,7 milioni di tonnellate, ma è destinato ad un’accelerazione in futuro, con un incremento del 350% nel medio periodo. La capacità produttiva, in particolare, salirà dalle quasi 1,7 milioni di tonnellate dell’anno scorso a 2 milioni di tonnellate quest’anno, per arrivare a 7,8 milioni nel 2019. La stima, va ricordato, comprende tutte le bioplastiche rappresentate dall’associazione europea, biobased e non biobased, e nel caso delle biobased, biodegradabili e non. Si va quindi da polietilene verde e bioPET fino ai polimeri interamente ottenuti da biomasse.
In particolare, secondo i dati diffusi da European Bioplastics, quelle non biodegradabili, ma in tutto o in parte biobased, sono preponderanti e lo saranno sempre di più in futuro, passando da poco più di milione di tonnellate nel 2014 (60% del totale) ai 6,5 milioni di tonnellate del 2019, pari all’80% della produzione complessiva. Questo perché i maggiori volumi produttivi saranno destinati a commodities plastiche come le poliolefine e il PET partendo da materie prime rinnovabili, mentre la produzione di materiali biodegradabili (PLA, PHA, amidacee) salirà da 660.000 a quasi 1,3 milioni di tonnellate. Tra questi, il PHA raddoppierà i suoi volumi nei prossimi cinque anni.
Il packaging si conferma il principale campo di applicazione per questa famiglia di polimeri, con 1,2 milioni di tonnellate, quasi il 70% del totale. Volume che salirà a 6,5 milioni di tonnellate (con una penetrazione dell’80%) entro il 2019. L’imballaggio, infatti, è uno dei settori più sensibili alla crescente domanda di prodotti a ridotto impatto ambientale espressa dai consumatori. Altri settori in crescita saranno quelli delle fibre per tessuti, componenti auto e beni di consumo.
La suddivisione geografica della produzione vedrà una crescita dell’Asia a discapito, soprattutto, dell’Europa. Secondo gli analisti, nel 2019 l’80% delle bioplastiche sarà prodotta nei paesi asiatici, a fronte di un 5% nel vecchio continente. “Per contrastare questo scenario - sottolinea il Presidente di European Bioplastics François de Bie -, è cruciale lo sviluppo di un quadro politico europeo che assicuri parità di accesso alle risorse provenienti da fonti rinnovabili, faciliti la diffusione sul mercato di prodotti biobased e accentui il ruolo delle plastiche compostabili per un’efficiente gestione dei rifiuti”. E aggiunge: “Esortiamo i legislatori europei a considerare e sfruttare in modo efficiente l’immenso potenziale ambientale, di crescita economica e occupazionale offerto dalla nostra industria, nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare in preparazione”.
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