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Quanta plastica nei programmi elettorali?

martedì 30 agosto 2022

Più curioso che seriamente interessato agli orientamenti dei partiti politici verso i temi ambientali che riguardano le materie plastiche, mi sono accinto a scorrere i programmi elettorali dei partiti in corsa per le prossime elezioni politiche. Mi aspettavo - al vero ingenuamente - un rigurgito di plastic-free più a sinistra e nel mondo pentastellato, e una difesa ad oltranza delle virtù dell'industria nel campo del centrodestra.

In realtà la parola plastica (nelle diverse declinazioni e sinonimie) compare solo nel programma elettorale di Alleanza Verdi e Sinistra (consultabile QUI), che è anche l'unico partito a chiedere a gran voce l’introduzione della plastic tax, insieme a un sistema di deposito su cauzione "come primo punto per un Piano plastica per emissioni zero al 2045”. Tra i punti, anche "la drastica riduzione dei consumi, in particolare nei settori principali degli imballaggi, dell’edilizia e dell’automotive", l'obiettivo di riciclare il 90% dei rifiuti plastici e "arrivare al pieno utilizzo di bioplastiche da materie vegetali".
C'è da dire che Verdi e Sinistra propongono anche politiche "per favorire la riduzione dei rifiuti a partire da una progettazione sostenibile che preveda l’uso di materiali riciclabili e la produzione di prodotti durevoli, riutilizzabili, riparabili fino ad una gestione del rifiuto come risorsa attraverso pratiche virtuose quali: organizzazione della raccolta differenziata, raccolta porta a porta, realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali" oltre all'introduzione di sistemi di tariffazione puntuale "che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere". Poco spazio, invece, per la termovalorizzazione, relegata a "soluzione di ultima istanza perché l’incenerimento dei rifiuti non permette il recupero delle materie prime e i prodotti che potrebbero produrre ulteriore valore se riutilizzate o riciclate e reimmesse nel ciclo economico".

Il Partito democratico la prende più alla lontana. Nel suo programma (scaricabile QUI) la parola plastica non viene mai citata, anche se il primo punto è dedicato allo sviluppo sostenibile e alle transizioni, digitale e verde. Tra le proposte attinenti al nostro settore, pur di dominio generico, possiamo citare l’introduzione di una premialità fiscale per le imprese a elevato rating ESG (ambientale, sociale e di governance) e l’istituzione di un Fondo Nazionale Compensativo Anti-Nimby, "finalizzato alle politiche di compensazione nel dialogo costruttivo con i territori, per tutte le infrastrutture legate a servizi di cui benefici l’intero Paese, ma che possono generare significativi impatti locali di tipo socio-economico o ambientale". Si potrebbe leggere tra le righe la parola termovalorizzatore, ma non c'è e sarebbe quindi una forzatura. Viene invece proposta la progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente, anche se non vengono specificati quali.

Più articolata la proposta dell'Alleanza Azione - Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi, dove ci si potrebbe aspettare una più pronunciata sensibilità verso i problemi delle aziende. In effetti l'approccio è più esplicito, a cominciare dagli investimenti in nuovi impianti per la gestione dei rifiuti. "Se da una parte è importante dare priorità alla Strategia UE per l’economia circolare, che privilegia il recupero materico dei rifiuti, non si può pensare di volere un sistema a 'rifiuti zero' senza avere un termovalorizzatore", si legge nel programma (scaricabile QUI). Viene ripresa la stima di un fabbisogno "di circa 70 nuovi impianti (tra termovalorizzatori, impianti di trattamento bio-meccanico, impianti di smaltimento, ecc..) da realizzare entro il 2035, per un valore di 10 miliardi di euro circa".
Viene anche ritenuto necessario applicare le disposizioni del programma nazionale per la gestione dei rifiuti approvato dal Governo Draghi, ad esempio "il superamento del pretrattamento privilegiando il recupero energetico diretto dei rifiuti indifferenziati o l’applicazione del tracciamento dei flussi per il loro monitoraggio".
Un punto del programma di Azione - Italia Viva propone di aggiungere sulle confezioni maggiori informazioni sull’impatto ambientale dei prodotti in vendita, sul modello dell'etichetta Eco-Score francese. Per incentivare l'acquisto di prodotti sostenibili e penalizzare quello dei prodotti più inquinanti, si suggerisce di ridurre l'IVA per quelli che evidenziano punteggi più alti. Tra le proposte c'è anche l’applicazione della tariffazione puntuale per la TARI e l'introduzione di un sistema di premialità per i Comuni che riducono la quota di rifiuti non inviati a riciclo, scoraggiando così l’utilizzo di discariche.

Il Movimento 5 stelle, nel suo programma elettorale parla genericamente di stop alle tecnologie obsolete per la gestione dei rifiuti e di promozione del vuoto a rendere. Pollice verso per nuove trivellazioni e inceneritori.

Nessuna indicazione su politiche legate a plastiche e rifiuti, invece, nelle proposte di Impegno Civico Luigi di Maio, mentre Più Europa (programma QUI) si limita a promuovere l’utilizzo di depuratori d’acqua per ridurre l’acquisto di bottiglie in plastica e, come il PD, chiede l’eliminazione graduale di tutti i sussidi dannosi all’ambiente e una valutazione preventiva di tutti gli investimenti pubblici e gli aiuti di Stato "per assicurarne la coerenza con la long term strategy di decarbonizzazione al 2050 e la legge europea sul clima". La proposta forse più interessante è quella che riguarda la riduzione dell’aliquota IRES per le aziende che riducono le emissioni di CO2 o di altre sostanze inquinanti secondo gli standard UE.

Passando al campo del centrodestra, il mood non cambia. Fratelli d'Italia, data per vincente alle prossime elezioni, non va oltre una elencazione di principi generali, proponendo la "definizione ed attuazione del piano strategico nazionale di economia circolare in grado di ridurre il consumo delle risorse naturali, aumentare il livello qualitativo e quantitativo del riciclo dei rifiuti, ridurre i conferimenti in discarica, trasformare il rifiuto in energia rinnovabile attraverso la realizzazione di impianti innovativi e sostenibili" (Programma integrale QUI).

Si sbilancia di più la Lega di Matteo Salvini (Programma scaricabile QUI). Sì a termovalorizzatori ad alta efficienza energetica e una conferma del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti varato dal MiTE, "che prevede di aumentare il tasso di raccolta, ridurre il numero di discariche irregolari e il tasso di smaltimento in discarica (al di sotto del 10% entro 2035), adottare a livello regionale pianificazioni basate su un'attenta quantificazione dei rifiuti per ogni tipologia e che prevede l’autosufficienza impiantistica territoriale". Ovvero, si legge nel programma: "Mai più turismo di rifiuti da una Regione all’altra o verso l’estero che, oltre a non essere sostenibile, genera un rincaro delle tariffe che ricadono sui cittadini". In questo modo si pensa di poter ridurre la tassa sui rifiuti.

Anche Forza Italia sostiene la costruzione di nuovi termovalorizzatori e impianti a biomassa, suggerisce "sostegno e promozione dell’economia circolare sui rifiuti quale modello per riutilizzare e riciclare materiali e prodotti trasformando i rifiuti indifferenziati in energia e i differenziati in materia prima" e, più in generale, si vuole battere per una "transizione ecologica ed energetica giusta, basata su uno sviluppo sostenibile che tuteli l’ambiente attraverso il sostegno alla ricerca e all’innovazione tecnologica".
Nel programma (scaricabile QUI) si propone anche "sostegno e incentivi all’innovazione digitale per la tracciabilità dei rifiuti attraverso l’utilizzo dei nuovi sistemi di Blockchain e l'estensione della raccolta differenziata in tutti i Comuni d’Italia tramite premialità tariffaria".

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di: Carlo Latorre
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