A Industrie Generali il sito di Ravenna, ma ci sono due nodi da sciogliere. Opzioni per Porto Marghera. Punto di domanda per Porto Torres.
27 giugno 2011 06:43
Sembra tramontata la possibilità di una cessione in blocco dei tre siti produttivi di Vinyls Italia, sostanzialmente per mancanza di acquirenti dopo il ritiro del gruppo Gita, mentre una soluzione sarebbe vicina per l'impianto di Ravenna, che potrebbe passare a Industrie Generali già in agosto o al più tardi a settembre, dopo aver ricevuto il parere positivo del Comitato di sorveglianza di Vinyls Italia. Indiscrezioni di fonte sindacale indicano un pagamento in tre tranche da qui al 2013, la prima delle quali permetterebbe di pagare gli arretrati di febbraio e marzo ai lavoratori di tutti e tre i siti.
Nodi ancora da sciogliere. Roberto Castiglioni, CEO di Industrie Generali, frena gli entusiasmi: “L'accordo non è stato firmato e a queste condizioni non è detto che ciò avvenga, poiché non sono state ancora soddisfatte le due pregiudiziali al closing dell'operazione che abbiamo posto ai commissari straordinari – spiega in un'intervista telefonica rilasciata questa mattina a Polimerica–. In primo luogo lo stoccaggio del monomero è insufficiente alle nostre esigenze, considerando che non potremo più contare sulle forniture di Porto Marghera e, in seconda battuta, dobbiamo ancora definire i contratti di piattaforma con ENI”. Sul primo punto, i conti sono presto fatti: oggi il sito Vinyls Italia di Ravenna è in grado di stoccare non più di 4mila tonnellate di monomero, sufficienti a una decina di giorni di produzione, mentre per raggiungere i target del progetto industriale presentato da Industrie Generali (200.000 t/a di PVC) ne servirebbero tre volte tanto, o ameno il doppio per garantire gli attuali livelli produttivi (120.000 t/a). All'interno del polo chimico esistono sfere inutilizzate che potrebbero servire a contenere CVM, ma non sono nella disponibilità di Vinyls Italia. “Stiamo verificando la proprietà e l'interesse a cederle o ad affittarle ad un prezzo congruo – nota Castiglioni – Abbiamo avuto accesso alla data room solo a maggio e non abbiamo ancora completato tutte le verifiche”. Tra le opzioni alternative, anche il trasferimento di alcune sfere presenti a Porto Marghera. Castiglioni ritiene che sciolti questi due nodi, l'accordo si possa chiudere in tempi brevi anche perché c'è stato nelle ultime settimane un avvicinamento sugli aspetti economici.
CVM o green economy a Venezia. Per quanto riguarda gli impianti di Porto Marghera, riporta l'Ansa in una nota diffusa venerdì, solo ipotesi di lavoro: la cessione del solo CVM a un gruppo tedesco, oppure la riconversione alla chimica verde degli impianti veneziani. Ma si tratterebbe di progetti ancora tutti da valutare, anche sotto il profilo dei livelli occupazionali.
Punto di domanda per Porto Torres. La sorte del polo sardo sarà invece affrontata in un incontro fissato al Ministero dello Sviluppo Economico il prossimo 4 luglio; non è escluso che il futuro degli impianti sardi si ricolleghi al progetto di riconversione alla chimica verde che vede già impegnati Polimeri Europa e Novamont nell'ambito della joint-venture Matrica.
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