Fallimenti in aumento: tra i settori più critici l'industria delle materie plastiche e della gomma con un tasso quattro volte superiore alla media.
10 marzo 2011 07:38
Secondo i dati dell'Osservatorio Crisi d’Impresa di Cerved Group, nel 2010 oltre 11mila imprese hanno dichiarato bancarotta, il 20% in più rispetto all'anno precedente, segno che la coda della crisi è lunga e può ancora far male.
Fenomeno in attenuazione. Tra ottobre e dicembre dello scorso anno, hanno dato forfait 3.400 aziende, anche se il trend appare in attenuazione: i dati destagionalizzati evidenziano una flessione dell’8,8% delle procedure aperte nel quarto trimestre, rispetto al picco toccato tra luglio e settembre. Su base annua, si tratta del numero più alto da quando, tra il 2006 e il 2007, è stata riformata la disciplina sulla crisi di impresa, che ha escluso un numero rilevante di piccole imprese dall’ambito di applicazione della legge.
Industria più a rischio. pagare il conto più alto è il settore manifatturiero, dove sono fallite lo scorso anno oltre 5mila aziende, con una 'insolvency ratio' - numero di fallimenti per ogni 10mila aziende operative - che ha toccato quota 45,2, oltre il doppio di quello medio, pari a 20. Hanno sofferto soprattutto il settore dei mezzi di trasporto (insolvency ratio pari a 87), gomma e plastica (83,4 - anche se in riduzione del 5% sull'anno precedente), calzaturiero (70,9), tessile (58,7) e meccanica (63,3).
Distribuzione più omogenea. Secondo l'osservatorio, se nel 2009 l’impennata dei fallimenti aveva riguardato soprattutto le aree del Nord, l'anno scorso si è spalmato in modo più omogeneo sulla penisola: le procedure sono cresciute a un tasso del 21,5% nel Nord Ovest, del 20,9% nel Centro, del 18,4% nel Nord Est e del 17,4% nel Sud e nelle Isole.
Concordato. In crescita anche le procedure di concordato preventivo (+5,6% rispetto al 2009), anche se a ritmi più lenti rispetto al passato e attenuati se confrontati con l'andamento dei fallimenti. Sono calate le domande di concordato nell’industria (-14,3% tra 2010 e 2009), mentre sono aumentate - con tassi a due cifre - negli altri settori.
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