Gli impatti dell’epidemia di
Covid-19 sull’economia italiana dopo due mesi di lockdown sono al centro dell’ultima edizione del report
Cerved Industry Forecast, che analizza le prospettive dei diversi settori di attività, ipotizzando differenti ipotesi di ripresa.
DUE SCENARI. Secondo lo studio - in funzione di due diversi scenari (
hard e
soft) - le imprese italiane perderanno tra i
348 e i
475 miliardi di euro di fatturato nel
2020 e tra i 161 e i 196 miliardi nel 2021 rispetto alle stime ante Covid19. In termini percentuali, ciò corrisponde a una perdita compresa tra
-12,7% e
-18% rispetto al 2019. L’anno prossimo è atteso un
rimbalzo dell’economia, che comunque - affermano gli analisti - non permetterebbe di tornare ai livelli pre-crisi, con i ricavi che rimarrebbero tra il
-2,9% e il
-4,3% sotto a quelli del 2019.
Cerved - uno dei principali operatori italiani nella gestione del rischio di credito - basa lo studio su
modelli statistici di previsione dei
bilanci applicati a circa
700 mila società di capitale. Il report quest’anno è molto più granulare del precedente, passando da un’analisi di 230 settori dell’economia italiana al monitoraggio di circa
1.600 microsettori e sotto-mercati, che si differenziano per esposizione all’export, specializzazione produttiva dei territori, complessità delle filiere.
CHI PAGA DI PIÚ E CHI MENO. La “forbice” tra le diverse percentuali deriva dallo scenario considerato: soft, in cui non saranno necessari nuovi periodi di lockdown grazie a efficaci azioni di contenimento del contagio, e dunque il 2021 si caratterizzerà per un recupero più forte; oppure hard, con una recessione più marcata dovuta anche a ulteriori chiusure, magari territoriali, e una ripresa più lenta.
Nello
scenario soft si evidenza il
crollo del fatturato dei
mezzi di trasporto (-7,6%),
logistica e trasporti (-6,4%) e servizi non finanziari (-6%), in forte contrasto con il
+6,1% messo a segno da
chimica e farmaceutica (ma anche aziende agricole, largo consumo ed elettronica e informatica chiudono in pari o in leggera crescita, a fronte a un calo di media del -2,9%). Nello scenario
hard, la diminuzione di fatturato arriva in media a
-4,3%, con performance ancora peggiori per i settori più colpiti, mentre
chimica e farmaceutica salgono a
+7%.
IN PROFONDITÁ. Più nel dettaglio, tra i settori per cui si prevede quest’anno il maggior calo di fatturato rispetto al 2019 si trovano - nello scenario soft - attività di proiezione cinematografica (-65%), trasporto aereo di passeggeri (-50,8%), agenzie viaggi, tour operator e alberghi (-43% circa), organizzazione di
fiere e convegni (-40%) e ristorazione (-33,8%), a fronte del +
35% del
commercio online,
+16,8% della fabbricazione di
respiratori artificiali (crescono a due cifre anche altri strumenti legati alla lotta alla pandemia, dai dispositivi e abiti per la sicurezza ai
tessuti tecnici), +10,7% di supermercati e discount, +9,7% della produzione di casse funebri.
Dati che nello scenario hard peggiorano ancora, persino del
10-15% per i settori più in crisi, così come migliorano, ma non sempre e non oltre il +5%, per i business che invece hanno tratto vantaggio dalla diffusione del Covid19.
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