21 settembre 2021 17:35
Questa mattina le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno tenuto in videoconferenza le audizioni di rappresentanti di associazioni ambientaliste, industriali e consorzi nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo (leggi articolo) per l'attuazione della direttiva comunitaria 2019/94 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, meglio nota come Direttiva SUP.
Nella prima parte sono stati ascoltati i rappresentanti di Coalizione Articolo 9, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente, Mare Vivo. Quindi sono intervenute le associazioni di categoria e i consorzi, tra cui Assobioplastiche, Federazione gomma plastica, PlasticsEurope Italia-Federchimica, Cisambiente, Confcommercio, Confida, Biorepack e Consorzio Carpi. Di seguito una sintesi degli interventi.
Greenpeace ritiene che il provvedimento europeo sia un primo passo fondamentale verso la riduzione dell'inquinamento da plastica. Il decreto di recepimento italiano presenta però due criticità, che si discostano dal percorso europeo: l'eccezione per gli articoli con coating in plastica (in percentuale inferiore al 10%) e l'esenzione della messa al bando per i prodotti elencati nella parte B dell'allegato (bastoncini cotonati , stoviglie e posate, cannucce, agitatori per bevande, aste dei palloncini) se realizzati in bioplastica biodegradabile e compostabile.
Per Kyoto Club, la Direttiva SUP va nella giusta direzione per ridurre drasticamente il monouso ed è giusto esentare le plastiche biodegradabili e compostabili dall'ambito applicativo, premiando un'eccellenza italiana. Andrebbe inoltre introdotto un credito d'imposta per le imprese che acquistano e utilizzano manufatti realizzati con materiale riciclato o biodegradabile e compostabile. Per promuovere questo nuovo corso, Kyoto Club invita Parlamento e Governo ad aumentare le risorse disponibili, anche facendo ricorso a quelle del PNRR "per assicurare che la necessaria transizione ecologica sia accompagnata da una, altrettanto indispensabile, riconversione industriale che possa garantire nuovo sviluppo e occupazione”.
Apertura a plastiche biodegradabili e compostabili anche da parte di Legambiente, che sottolinea il primato italiano del settore e quello nella gestione dei rifiuti organici. I criteri di esenzione vanno però fissati con chiarezza e la priorità deve essere sempre data alla riduzione del monouso. La deroga ai manufatti poliaccoppiati con coating in plastica, secondo l'associazione, dovrebbe essere limitata nel tempo e non generalizzata.
Secondo Assobioplastiche (associazione dei produttori di plastiche compostabili), circolando solo stoviglie monouso compostabili, la loro raccolta e il riciclo organico nella frazione umida saranno favoriti, analogamente a quando è avvenuto negli anni scorsi per gli shopper, insieme con una significativa riduzione dei volumi.
Sulla stessa linea il consorzio Biorepack, che denuncia l'effetto perverso che potrebbe avere il regolamento sulla marcatura degli imballaggi in plastica, poiché obbliga a dichiarare come "fatti di plastica" anche gli articoli in plastica compostabile, con il rischio di generare confusione nei consumatori all'atto del conferimento nei rifiuti differenziati.
Nel corso dell'audizione, il Consorzio Carpi ha chiesto alcune modifiche alla direttiva, a partire dalla definizione di prodotto in plastica monouso, in particolare per quanto concerne la definizione di "polimero naturale non modificato chimicamente", oltre all'accezione "scuola plastic free"(da sostituire con "scuola per un futuro sostenibile"). Chieste anche modifiche in tema di esenzione alle plastiche compostabili e l'introduzione di un sistema di incentivazione del contenuto di riciclato all'interno dei prodotti.
In rappresentanza dei riciclatori italiani di materie plastiche, Assorimap ha proposto di pevedere un contenuto minimo obbligatorio di plastica riciclata tracciata post-consumo del 50% nei prodotti monouso elencati nella parte B dell'allegato, qualora non sia possibile l'uso di alternative riutilizzabili; la stessa eccezione prevista dalla legge di recepimento per i materiali biodegradabili e compostabili. Si tratterebbe quindi di andare oltre quanto previsto dalla Direttiva SUP, che fissa contenuti minimi (25% al 2025 e 30% al 2030) solo per i contenitori destinati ai liquidi alimentari con capacità fino a tre litri.
Pur condividendo gli obiettivi di fondo della Direttiva, Confindustria chiede un approccio proporzionato e coerente che eviti azioni inutilmente punitive nei confronti di intere filiere produttive italiane leader sui mercati globali. In particolare, appoggiando la posizione del Governo italiano in Europa, ritiene fondamentale che il metodo di calcolo degli obiettivi di riduzione della plastica monouso sia incentrato sull'effettivo quantitativo di plastica contenuta nei prodotti e non sul peso dei prodotti stessi. Più in generale, Confindustria ritiene che all'Italia serva una strategia nazionale per la plastica nell’economia circolare che punti su innovazione, ecodesign, prevenzione dei rifiuti, incremento della raccolta, riciclo meccanico, chimico e compostaggio per le bioplastiche; e che individui gli strumenti finanziari per lo sviluppo di filiere circolari. Mentre andrebbe soppressa in toto la plastics tax sui Macsi.
Confcommercio ha affrontato il tema della gestione delle scorte di articoli monouso, chiedendo certezze sulla tempistica. Andrebbero inoltre escluse dall’applicazione alcune tipologie di prodotti alimentari che richiedono stringenti garanzie di conservazione e igiene. L'associazione del commercio chiede inoltre di aprire ad altri standard o marchi di conformità, oltre a quelli previsti dalla norma UNI, per i requisiti di compostabilità e biodegradabilità dei prodotti; di prorogare il divieto di immissione sul mercato per alcune tipologie di prodotti per i quali non esistono alternative praticabili oltre alla plastica e di rimodulare il sistema sanzionatorio alleggerendo le multe. Tra gli aggiustamenti ritenuti necessari, un regime di progressiva riduzione al consumo, piuttosto che un divieto, per le palette di plastica utilizzate nei distributori automatici,
Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, ha chiesto di sostenere lo sforzo di ricerca e sviluppo di nuovi materiali delle imprese del settore ed ha presentato come possibile soluzione il progetto di economia circolare RiVending - ciclo virtuoso di recupero e riciclo di bicchieri e palette di polistirene e, più recentemente, anche di bottiglie in PET nei distributori automatici - chiedendo che venga preso in considerazione nel contesto del PNRR. Ha poi evidenziato come l’art 5 della Direttiva colpisca ingiustamente gli agitatori per bevande, essenziali per l’erogazione di bevande calde, che rappresentano il 65% delle consumazioni ai distributori automatici. Secondo Confida, il divieto di commercializzazione di tali prodotti contrasta con gli stessi principi della Direttiva UE in termini di sostituibilità e proporzionalità, senza i quali occorre perseguire obiettivi di riduzione della commercializzazione del prodotto non di divieto.
Federazione carta e grafica è preoccupata che l'imballaggio in carta possa perdere la sua natura in presenza piccole quantità di plastica, inferiori al 10%, che non incidono sulla riciclabilità o sulla compostabilità. Esenzione già prevista dal decreto di recepimento.
Federazione Gomma Plastica, attraverso Unionplast, ha sottolineato alcune criticità del provvedimento, dal concetto di "scuola plast-free" alla mancanza di chiarezza sulla gestione delle scorte di articoli monouso in magazzino, fino alla definizione di "singola porzione", utile per delimitare il campo di applicazione della normativa. Più in generale, l'associazione dei rasformatori critica la decisione - giudicata penalizzante e ingiusta - di mettere al bando articoli - come le stoviglie - già soggetti ad un sistema di responsabilità estesa del produttore, che vengono raccolti, riciclati e per i quali le aziende pagano un contributo ambientale per il loro smaltimento. La legge di recepimento italiana mitiga in parte gli effetti negativi del divieto, consentendo l'uso di bioplastiche e materiali politenati (coating in plastica di peso inferiore al 10% del totale), ma non sarà in grado di proteggere l'industria italiana dall'impatto economico della direttiva, poiché mancano volumi e i costi dei biopolimeri sono più elevati. Unionplast chiede inoltre una deroga per gli articoli monouso che non sono a rischio di dispersione nell'ambiente, come le stoviglie utilizzate all'interno di circuiti chiusi quali mense, ospedali o scuole. Inoltre, che gli incentivi fiscali previsti per i compostabili siano estesi anche ai materiali da riciclo meccanico o chimico.
L'intervento di PlasticsEurope Italia (produttori di plastiche) si è concentrato sul riciclo chimico, definito l'anello mancante per arrivare ad una completa circolarità della plastica. L'industria del settore è aperta ad estendere la responsabilità del produttore ai prodotti che oggi non hanno circuiti dedicati di raccolta. La plastica non va però demonizzata e quindi andrebbe eliminato il riferimento alla "scuola plastic-free" dalla legge di recepimento. Chiesta anche l'abolizione della plastics tax italiana, sebbene non sia oggetto della direttiva SUP.
Vedi anche: video integrali delle audizioni: Prima Parte - Seconda parte
© Polimerica - Riproduzione riservata
Via F. de Sanctis, 74 - 20141 Milano (MI)
Tel: +39 02.21118692
Web: www.plasticfinder.it/ - Email: info@plasticfinder.it
Viale Buonarroti, 10 - 28100 Novara (NO)
Tel: 0321 398648 - Fax: 0321 398650
Web: www.leanplastic.it - Email: info@grecuconsulting.com
Via Savona, 97 - 20144 Milano (MI)
Tel: +39 02.47711169 - Fax: +39 02.47711188
Web: www.plasticconsult.it - Email: info@plasticconsult.it
Via Gasdotto, 25 - 36078 Valdagno (VI)
Tel: +39 0445 402438
Web: www.gpdipiazzon.it - Email: info@gpdipiazzon.it
Piovan presenta la nuova gamma Quantum+ per presse a iniezione, macchine per soffiaggio, estrusori e riciclo.
Ampacet ha presentato i nuovi Halolite 527 e Halofree 533 per applicazioni negli impianti elettrici in edilizia.
L'azienda italiana presenta alla fiera bolognese le serie e-Technipol ed e-Technipol PA per applicazioni nei componenti elettrici ed elettronici.