Prosegue il confronto tra
Versalis (ENI) e sindacati sulla chiusura dell'impianto di
cracking di
Porto Marghera previsto per il
2022, fortemente osteggiato dai rappresentanti dei lavoratori, nonostante la decisione risalga al 2014 (poi rinviata).
I sindacati dei chimici
Filctem Cgil,
Femca Cisl,
Uiltec Uil vogliono spostare il confronto in un ambito istituzionale e ampliare il perimetro all'intera industria chimica; a questo fine, hanno inviato una lettera ai ministri dello Sviluppo Economico,
Giancarlo Giorgetti, e della Transizione Ecologica,
Roberto Cingolani.
“La recente scelta di ENI di chiudere le attività dell’impianto cracking di Porto Marghera rischia di compromettere le linee di produzione della
chimica di base, che ormai in Italia sono quasi esclusivamente di ENI - si legge nella missiva -. È per questo che chiediamo un incontro urgente, che abbia al centro non solo le vicende di ENI/Versalis ma il tema della chimica nazionale”.
“ENI - continua la lettera – ha giustificato la scelta di chiudere Porto Marghera con la volontà di migrare i suoi interessi verso la più innovativa chimica delle biomasse, del riciclo, della
transizione energetica. Se questo fosse il solo indirizzo strategico da realizzare noi condivideremmo in pieno questo nuovo corso, e ne vorremmo essere parte attiva. Ma la vicenda è più complessa, e bisogna ascoltare anche la voce dei lavoratori di un intero comparto, quello delle
seconde lavorazioni plastiche, che nel tempo ha già perso la grande chimica del
cloro e del
PVC".
"I grandi petrolchimici di questo Paese – scrivono i sindacati - dal
quadrilatero padano fino a Brindisi, piuttosto che Siracusa o Sassari, temono che quanto sta succedendo nel processo di trasformazione in atto nel gruppo ENI possa rappresentare la scelta, per noi imperdonabile, di uscire da un settore che ci ha sempre visto come uno dei maggiori player al mondo”.
Versalis ha ribadito, il 17 marzo scorso (
leggi articolo) di considerare il polo Porto Marghera fondamentale per la propria strategia di transizione energetica, per arrivare al completo abbattimento delle emissioni generate da processi industriali e prodotti finali al 2050. La
fermata degli impianti di
cracking e
aromatici sarà accompagnata da un potenziamento dell’
hub logistico di Porto Marghera che - afferma la società chimica del gruppo ENI - "resterà uno snodo centrale per la fornitura di materie prime agli impianti di
Ferrara e
Mantova".
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