La chiusura del
cracker di
Porto Marghera, annunciata nei giorni scorsi da
ENI, preoccupa istituzioni e sindacati anche per i riflessi sugli altri impianti del gruppo, che dipendono dal polo veneziano per l'approvvigionamento di materie prime fondamentali come olefine e aromatiche.
Versalis (braccio chimico del gruppo ENI) ha rassicurato i vertici di
Regione Emilia Romagna sulla
continuità delle attività nei siti di
Ferrara e
Ravenna e sul mantenimento degli organici.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Lavoro e Piano energetico,
Vincenzo Colla, ha chiesto all'azienda di formalizzare gli
impegni presi e contatterà le altre Regioni del quadrilatero padano del petrolchimico, Veneto e Lombardia: "al fine di verificare la condivisione per una convocazione al
MiSE di un
tavolo nazionale sulla chimica, che consegni al Paese certezze rispetto agli investimenti e all’occupazione nel settore". "Questo - ha aggiunto - permetterà di mettere in sicurezza gli affidamenti, gli investimenti e il mantenimento occupazionale che oggi la società Versalis ci ha consegnato e di dare risposta alle legittime preoccupazioni delle organizzazioni sindacali”.
Secondo i
sindacati, la chiusura della ‘pipeline’ che collega Porto Marghera ai poli petrolchimici di Ferrara e Mantova avrebbe
effetti negativi sulla
redditività e l’
efficienza degli impianti che producono polietilene e polipropilene, coinvolgendo anche quelli di
LyondellBasell e
Celanese presenti nel polo petrolchimico di Ferrara.
“Non si fanno politiche innovative senza la chimica e l’energia che sono due
settori strategici per il sistema economico e sociale del nostro Paese - ha spiegato Colla - come del resto per filiere quali l’automotive, il biomedicale, il tessile o il packaging e tutto l’ecosistema economico del nostro territorio".
© Polimerica - Riproduzione riservata