Il gruppo indiano
Jindal ha confermato sabato scorso, durante un incontro in videoconferenza indetto dal Ministero dello Sviluppo economico, la volontà di
chiudere lo stabilimento
Treofan di
Terni, mettendo in liquidazione la società, decisione preannunciata nei giorni precedenti ed ora comunicata ufficialmente ai sindacati. Nell’impianto lavorano oggi
150 addetti.
In una nota,
Femca-Cisl accusa Jindal di replicare ciò che è avvenuto nell’altro sito italiano di Treofan a Battipaglia: " L'unico scopo del gruppo indiano è quello di
sottrarre il
know-how alla Treofan per trasferirlo a Jindal e utilizzarlo in
altri stabilimenti fuori dall’Italia, e far cessare l’attività di un altro stabilimento, vero obiettivo che aveva il gruppo indiano all’atto dell’acquisizione". "Nei prossimi giorni - continua la nota sindacale - ci sarà un vertice tra ministeri dello
Sviluppo economico e del
Lavoro per capire se c'è la possibilità per i lavoratori di accedere agli
ammortizzatori sociali. Nel frattempo si sta cercando un soggetto interessato alla
riconversione del sito”.
I sindacati chiedono all’azienda di avviare
percorsi diversi dalla messa in liquidazione, tali da consentire ai lavoratori di accedere alla
Cassa Integrazione Straordinaria, evitando i licenziamenti, ed eventualmente cedere lo stabilimento avvalendosi di un advisory, come già avvenuto a Battipaglia, con l’obiettivo di avviare una
reindustrializzazione del sito.
Lo stabilimento ternano produce film in polipropilene biorientato (
BOPP), Jindal Films Europe possiede in Italia un altro stabilimento per film plastici sito a
Brindisi. In Europa opera con impianti anche a
Neunkirchen, in Germania (ex Treofan),
Kerkrade (Olanda) e
Virton (Belgio), dove è presente anche un centro tecnologico.
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