10 dicembre 2019 14:23
L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha aggiornato la valutazione dei rischi da cinque ftalati impiegati nelle materie plastiche a contatto con gli alimenti, fissando nuovi livelli di sicurezza in termini di dose di assunzione giornaliera tollerabile (DGT), ovvero la stima della quantità di una sostanza che l’uomo può ingerire quotidianamente nel corso dell’intera esistenza senza alcun rischio apprezzabile per la salute.
Il valore DGT di gruppo (che tiene conto dell’esposizione combinata a diverse sostanze) è stato fissato in 50 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo (µg/kg di peso corporeo) al giorno per quattro dei cinque ftalati (DBP, BBP, DEHP e DINP), a causa dei rischi legati alla diminuzione del testosterone nei feti. Il quinto ftalato inserito nella valutazione, il DIDP, non influenza i livelli di testosterone nei feti, per cui è stata stabilita una DGT separata, pari a 150 µg/kg di peso al giorno sulla base dei suoi effetti sul fegato.
Rispetto alla precedente versione de 2005, è stata introdotta una DGT di gruppo per quattro ftalati (DBP, BBP, DEHP e DINP), onde tener conto dell'esposizione congiunta a più sostanze contemporaneamente. Le DGT, sottolinea l'Agenzia, sono fissate su base temporanea a causa dei margini di incertezza circa effetti diversi da quelli riproduttivi e del contributo degli FCM (materiali a contatto con alimenti) in plastica all'esposizione complessiva del consumatore agli ftalati.
Gli ftalati sono sostanze chimiche utilizzate per ammorbidire (o ‘plastificare’) alcuni materiali usati in una serie di prodotti industriali e di consumo, come il PVC.
L'attuale esposizione a questi cinque ftalati negli alimenti non è una preoccupazione in termini di salute pubblica, afferma l'Efsa. Infatti, l'esposizione alimentare al gruppo dei DBP, BBP, DEHP e DINP per i consumatori medi è di 7 µg/kg di peso corporeo, ovvero sette volte al di sotto del livello di sicurezza, mentre per i forti consumatori è di 12 µg/kg di peso corporeo, cioè inferiore di quattro volte. Per il DIDP l'esposizione alimentare per i forti consumatori è di 1.500 volte inferiore al livello di sicurezza.
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