27 febbraio 2019 07:31
Crocco, azienda veneta specializzata negli imballaggi secondari in plastica, ha condotto un approfondito studio scientifico sull’impronta ambientale della propria produzione di film termoretraibile, utilizzato per il confezionamento di prodotti food & beverage, nell’ambito dell’accordo volontario stipulato nel giugno dell’anno scorso con il Ministero dell’Ambiente.
Si tratta - afferma Crocco - della prima mappatura, da parte di un’azienda del settore packaging flessibile, della Carbon footprint, vale a dire il totale delle emissioni di gas serra che genera un prodotto nel suo intero ciclo di vita, con l'intento di realizzare imballaggi flessibili sempre meno impattanti.
I RISULTATI. Lo studio ha preso in esame la produzione del film plastico termoretraibile stampato fuori linea presso gli stabilimenti di Cornedo Vicentino (Vicenza), evidenziando come le emissioni generate per 1 kg di film siano pari a 5,47 kg di CO2 equivalente, come certificato da CSQA. Nel corso dell'intero ciclo di vita del film termoretraibile stampato fuori linea, il maggior impatto ambientale è legato alle fasi di acquisizione delle materie prime (55%), al post consumo (25%) e alla fase di produzione (12%). L’utilizzo e il trasporto contribuiscono invece in maniera marginale, rispettivamente per il 6% e l'1%).
L’emissione totale generata dall’intera produzione di film plastico termoretraibile stampato fuori linea, realizzata nel 2017 da Crocco, è risultata pari a 39.500 tonnellate di CO2 equivalente.
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