25 ottobre 2018 11:24
Versalis sta sperimentando a Mantova l'utilizzo di polistirene post-consumo proveniente da riciclo meccanico di imballaggi di imballaggi monouso - quali vasetti per lo yoghurt, piatti e bicchieri - aggiunto a quello vergine per produrre perle in polistirene espandibile destinate alle lastre in EPS per isolamento termico degli edifici.
Il progetto, portato avanti insieme a Corepla, che fornisce lamateria prima seconda, è attualmente in fase pilota: secondo quanto ha spiegato a Polimerica il Direttore della divisione Stirenici di Versalis, Luisa Lavagnini, è in fase di sperimentazione la produzione in impianto pilota di polistirene espandibile con tecnologia in massa continua contenente fino al 20% di riciclato, attività che proseguirà l’anno prossimo ampliando la gamma dei rifiuti utilizzabili, includendo anche gli imballaggi in espanso. Per validare il processo di riciclo, prima di passare alla scala commerciale, occorre infatti testarlo con molteplici flussi di materiaòe rigenerato, provenienti da fonti differenti.
Se la sperimentazione darà risultati positivi - come i primi test lasciano credere - la produzione di lastre EPS con contenuto di riciclato potrebbe partire nel 2020, sempre che l’iter autorizzativo non imponga ritardi nel programma.
“Le prove che stiamo conducendo a Mantova mostrano che è possibile riutilizzare fino al 20% di polistirene riciclato aggiungendolo a quello vergine senza pregiudicare la lavorabilità e le prestazioni termoisolanti delle lastre”, afferma Luisa Lavagnini.
Per la sperimentazione è stato scelto il sito Versalis di Mantova grazie alla presenza di un impianto per la produzione di EPS in massa continua, che offre maggiore versatilità, rispetto a quelli in sospensione, nell’additivazione del polimero; per la stessa ragione è utilizzato per produrre anche EPS ‘grigio’ (Extir Galileo), ottenuto disperdendo particelle di materiale atermano nella matrice polimerica al fine di aumentare l’isolamento termico.
L’impianto mantovano ha una capacitànominale di 40mila tonnellate. Ciò significa che potrebbe assorbire teoricamente fino a 8mila tonnellate l’anno di polistirene rigenerato in sostituzione di quello vergine, donando all’EPS una doppia valenza ambientale: una soluzione al problema dei rifiuti urbani e un importante contributo al risparmio energetico grazie alle sue elevate proprietà termoisolanti.
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