9 aprile 2018 08:10
Assobioplastiche ha firmato una convezione con Innova scarl per attestare e certificare il contenuto di materie prime rinnovabili dei sacchetti ultraleggeri per il confezionamento di prodotti sfusi, supportando gli organi accertatori nella verifica del rispetto dei criteri previsti dalla normativa vigente.
La legge 123/2017 prevede infatti che le borse per alimenti sfusi utilizzate come imballaggio primario, oltre a dover essere di spessore inferiore i 15 micron, biodegradabili e compostabili conformemente allo standard UNI EN 13432 e quindi riutilizzabili per la raccolta dell’umido, debbano avere un contenuto minimo di materia prima rinnovabile – certificato EN 16640:2017 – di almeno il 40%. Si tratta di una percentuale che fa riferimento all’origine delle materie prime con cui è realizzato il sacchetto, ovvero al contenuto di carbonio di origine biologica in rapporto al carbonio totale presente nel sacchetto stesso.
La convezione è stata firmata da Marco Versari (a destra nella foto), presidente Assobioplastiche e Antonio Massarotti, presidente Innova (a sinistra), nell’ambito di Innovation Village, la fiera dell’innovazione organizzata da KforBusiness.
“Abbiamo sottoscritto l’accordo con Innova con l’obiettivo primario di agevolare Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale nelle loro attività di accertamento del rispetto della legge - spiega Versari -. Insieme ad ARPA Umbria, che da oltre due anni si occupa di validare biodegradabilità e compostabilità dei sacchetti, Innova rappresenta un supporto prezioso nella battaglia contro l’illegalità e le frodi che Assobioplastiche combatte da sempre”.
Innova è una società consortile campana costituita da CNR, Università Federico II, Università della Campania, Università L’Orientale, Università Parthenope e Università di Salerno focalizzata sullo sviluppo e sul trasferimento dell’innovazione nel settore dei Beni Culturali e Ambientali.
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