16 dicembre 2016 07:30
L’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Lerici (Ismar-Cnr), in collaborazione con le Università di Ancona, del Salento e Algalita Foundation (California), ha redatto uno studio sulla presenza di microplastica galleggiante in mare aperto nel Mediterraneo occidentale, pubblicato di recente su Nature/ScientificReports. I dati riferiscono alle concentrazioni rilevate nel 2013.
“Per la prima volta sono stati individuati i polimeri che costituiscono la microplastica galleggiante in mare e la loro distribuzione - afferma Stefano Aliani dell’Ismar-Cnr -. Si tratta soprattutto di polietilene e polipropilene, ma anche di frammenti più pesanti come poliammidi e vernici, oltre a policaprolactone, un polimero considerato biodegradabile”. Secondo il ricercatore si tratta di informazioni importanti per valutare con maggiore precisione la dimensione del problema generato dai rifiuti di microplastica in mare e per attivare opportuni programmi di riduzione della presenza di questi inquinanti.
Dallo studio si evince come i polimeri siano presenti in modo non omogeneo nel Mediterraneo. “Le ragioni della disomogeneità dipendono dalle diverse sorgenti di rifiuti, che possono essere le aree densamente abitate lungo la costa, i fiumi e i processi di trasporto marino tipici di un bacino”, spiega Aliani.
La microplastica è costituita da frammenti con dimensione inferiore a 2 millimetri che, per quanto non visibili ad occhio nudo, sono stati trovati a galleggiare pressoché ovunque nel Mediterraneo, con concentrazioni tra le più alte al mondo. “Ad esempio - afferma il ricercatore del CNR -, nel vortice subtropicale del Pacifico settentrionale nel 1999 sono stati stimati circa 335.000 frammenti di plastica per km2, mentre in Mediterraneo si parla di una media di circa 1,25 milioni. Nel tratto di mare tra la Toscana e la Corsica è stata rilevata la presenza di circa 10 kg di microplastiche per km2, contro i circa 2 kg presenti a largo delle coste occidentali della Sardegna e della Sicilia e lungo il tratto nord della costa pugliese”.
Lo studio, intitolato "The Mediterranean Plastic Soup: synthetic polymers in Mediterranean surface waters" è consultabile CLICCANDO QUI
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