Breve resoconto della nona European Bioplastics Conference tenutasi nei giorni scorsi a Bruxelles.
16 dicembre 2014 07:16
Alla nona edizione della European Bioplastics Conference, tenutasi il 2 e 3 dicembre scorso a Bruxelles erano presenti anche due inviati “speciali”: Maria Teresa Scrivani e Giorgio Ramella di Proplast. Questo il loro resoconto delle giornate dedicate alle bioplastiche.
La nona edizione del Convegno sulle bioplastiche è stata organizzata dall’European Bioplastics Association con il preciso scopo di inviare un segnale alla Comunità Europea affinché sostenga la crescita dei materiali plastici di origine “bio”.
La conclusione del messaggio di apertura dei lavori di François De Bie, presidente dell’associazione, è stato molto chiaro: “Sollecitiamo i legislatori europei a considerare e rendere efficiente l’immenso potenziale che l’industria dei biopolimeri ha e potrà avere sull’ambiente, sulla crescita economica e sulla creazione di nuovi posti di lavoro. In tale contesto il sostegno all’economia circolare e agli obbiettivi di gestione dei rifiuti dovrebbe rimanere fra le priorità dell’agenda lavori della Commissione Europea per il 2015”.
Lo sviluppo dei materiali plastici bio-based e la loro influenza sulla sostenibilità dello sviluppo dell’intero pianeta, a confronto con quanto ottenibile dall’utilizzo di materiali di origine fossile, è stato anche quest’anno uno dei temi dominanti.
Allo stesso modo, sono stati presentati i dati relativi dell’impatto sull’agricoltura delle coltivazioni dalle quali possono essere derivati i materiali plastici di origine bio, valutazioni che hanno rilevato come tale impatto sia e sarà assolutamente trascurabile (lo 0,02% delle aree destinate alla produzione agricola previsto nel 2018).
VALORIZZAZIONE DEGLI SCARTI. La prima parte degli interventi ha mostrato nuove possibilità per la valorizzazione degli scarti e l’utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di nuovi materiali, tema fondamentale per un approccio integrato alla bio-economia: la bio-raffineria è quindi una delle basi per creare un’industria sostenibile.
Tedesca e spagnola è l’esperienza incentrata sull’impiego di biomasse a basso costo, quali scarti alimentari, per la produzione di acido lattico ottimizzando un nuovo processo fermentativo.
BIOPLASTICHE DA METANO E CO2. Una giovane start up americana ha messo a punto un nuovo processo che utilizza il metano per l’alimentazione di batteri in grado di produrre polimeri biodegradabili (PHA), mentre a Hong Kong un gruppo di ricercatori utilizza la CO2, per la realizzazione di un nuovo polimero biodegradabile, il PPC, nell’ottica di raggiungere al contempo gli obbiettivi di biodegradabilità, provenienza da risorse rinnovabili e riduzione delle emissioni in CO2.
TREND E SVILUPPI. La seconda sessione è stata dedicata ai nuovi trend dell’industria dei bio polimeri.
La realizzazione di manufatti tramite produzione additiva (stampa 3D) è uno dei processi che al momento sta avendo uno sviluppo importante, grazie anche alla messa a punto di formulazioni complesse in cui il polimero deve avere caratteristiche ben definite. Sia polimeri provenienti da fonti rinnovabili e non biodegradabili (Poliammidi) che il PLA si prestano per la realizzazione dei “fili” che vengono poi utilizzati nelle macchine per stampa tridimensionale.
NUOVI MONOMERI. Lo studio dei processi della bio-raffineria con utilizzazione di biomasse che non vadano in competizione con l’industria alimentare, è in pieno sviluppo e sta portando alla produzione di nuovi monomeri. I furfurali sono una classe di molecole ottenibili da diverti tipi di zuccheri che hanno potenzialità notevoli e possono essere impiegati come sostituti della formaldeide nelle resine fenoliche, negli adesivi utilizzati come plastificanti, per creare resine termo resistenti o per creare polimeri termoplastici.
In particolare si deve mettere in evidenza il PEF, che presenta proprietà di alta barriera all’ossigeno unitamente a buone proprietà meccaniche. Tali caratteristiche potrebbero portare nei prossimi anni il PEF ad entrare prepotentemente sul mercato come sostituto del PET. La sfida verso l’industrializzazione è ancora aperta verso la riduzione dei costi e la semplificazione del processo, se tale sfida avrà successo questo materiale potrà entrare in diretta competizione con i prodotti di origine petrolifera.
SOSTENIBILITÀ. Entrambe le giornate di lavori hanno reso evidente che il mercato delle le bio-plastiche deve essere guidato da una politica consapevole del legislatore, che sostenga gli obbiettivi di crescita conciliando il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
Sul tema della sostenibilità ambientale ed il fine vita sono stati messi in luce alcuni concetti interessanti.
Le bioplastiche potranno avere dei mercati preferenziali o costare in alcuni casi più dei polimeri petrol-based, ma se saranno correlate ad una chiara indicazione del loro valore in termini di sostenibilità ambientale e gestione del loro fine vita (biodegradabilità, riciclabilità), il consumatore sarà certamente orientato a favorirne la crescita. Occorre pertanto avere prodotti che chiaramente indichino quale sia il contenuto di risorsa rinnovabile e la loro effettiva biodegradabilità, qualora questa sia una delle sue caratteristiche.
PREMIATA L’INNOVAZIONE. Quest'anno il premio al prodotto più innovativo e significativo realizzato con l'utilizzo di bio-polimeri è andato ex-aequo ad un produttore di cialde per caffè compostabili (Beanarella) e ad un produttore di gelati che utilizza contenitori in bio-polimero espanso compostabili in sostituzione del polistirolo (Zandonella). Entrambe sono società svizzere.
Le due tavole rotonde di discussione, hanno cercato di fare chiarezza sulle varie etichette sorte nel mondo per attestare il contenuto “BIO” dei materiali o la loro biodegradabilità. Vi hanno preso parte esponenti di ANIPAC, DIN CERTCO, Japan Bioplastic Association, Organic Waste System, USDA. Il messaggio che è emerso è l’esigenza di armonizzazione dei sistemi di certificazione e di chiarezza, per dare al consumatore un’interpretazione univoca che permetta di fare scelte consapevoli.
a cura di Maria Teresa Scrivani e Giorgio Ramella
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