giovedì 1 dicembre 2016
Sul tema ha dovuto prendere posizione anche la Banca d’Inghilterra, chiarendo che l’argomento viene preso dai vertici dell'Istituto molto seriamente. Non si tratta della Brexit o di uno scandalo finanziario, ma della rivolta dei vegani contro le nuove banconote in plastica da 5 sterline, introdotte a settembre in tutto il Regno Unito.
A fare arrabbiare i vegani - che rifiutano l’uso di prodotti animali e loro derivati - è la presenza nelle nuove banconote di tracce di sego, grasso animale presente negli additivi aggiunti in piccole quantità alle plastiche per agevolare i processi di estrusione film, come stabilizzanti, scivolanti, agenti antistatici e altri coadiuvanti di processo.
La rogna è stata prontamente girata ad Innovia, produttore dei substrati delle banconote, che si è già messo alla ricerca di una soluzione rispettosa anche per l’ala ultras dei vegetariani, che contro i nuovi tagli da 5 sterline è già riuscita a raccogliere oltre centomila firme.
La protesta rischia anche di diventare un caso religioso, dopo che indù, sikh e giainisti - i cui esponenti sono numerosi nel Regno Unito - hanno minacciato di vietare l’introduzione delle banconote “impure” nei templi.