mercoledì 22 giugno 2016
Sfumate le trattative per la cessione della quota di maggioranza di Versalis al fondo americano SK Capital, ENI si trova a dover ripensare il futuro delle attività chimiche. Per ora ha annunciato che, dal punto di vista bilancistico, saranno nuovamente consolidate nei conti di Gruppo, già a partire dalla prossima semestrale, segno che non sono - o non dovrebbero essere - in corso o in previsione trattative con altri soggetti. Il gruppo milanese dovrà quindi rimodulare il piano strategico, all’interno del quale la dismissione di Versalis rientrava nel piano da sette miliardi di euro annunciato per il prossimo triennio.
Ma, a ben vedere, questi sono solo dettagli. ENI dovrà decidere cosa fare di Versalis, dato che il suo AD, Claudio, Descalzi ha dichiarato lo scorso aprile in un’audizione alla Camera di non avere a disposizione 1,5 miliardi di euro da iniettare nella chimica per completare gli investimenti necessari a ristrutturare le attività e completare il passaggio dalle commodities alla chimica verde, al fine di “poter esprimere tutte le potenzialità di Versalis”.
Considerato il patrimonio tecnologico e brevettuale di Versalis negli elastomeri, oltre alla forte presenza commerciale in Europa anche nelle plastiche (polistirene, poliolefine), non è assurdo immaginare che presto o tardi un partner interessato possa far capolino dal lontano oriente, Cina o sudest asiatico. Magari ChemChina - che sta già investendo nella gomma-plastica (Pirelli, KrausMaffei) . o Petronas, che proprio con Versalis aveva in corso progetti di joint-venture.