Un nuovo report AMI fotografa il settore della filmatura di polietilene in Europa. L'Italia si conferma al primo posto, tallonata dalla Germania.
14 settembre 2011 07:04
La società di consulenza britannica AMI ha pubblicato la nuova edizione della “Guide to the Polyethylene Film Extrusion Industry in Europe”, un rapporto sull'industria europea dei film in polietilene con indicazioni su oltre 1.200 aziende del settore.
Verso la ripresa. Secondo il report, come effetto della crisi, tra il 2007 e il 2009 si è perso circa un milione di tonnellate di produzione, anche se quasi la metà è stato poi recuperato nel corso del 2010, trend di crescita confermato anche per quest'anno. In termini assoluti, la produzione europea di film in polietilene ammonta ad oltre 7,5 milioni di tonnellate, vale a dire quasi un quinto del consumo totale di plastiche a livello continentale. Gli analisti AMI stimano che la produzione crescerà nel medio periodo ad un tasso del 2-3% annuo, fino a sfiorare 8,7 milioni di tonnellate nel 2015.
Perso il 5% delle aziende. La crisi non ha avuto solo un impatto sui volumi produttivi: rispetto alla precedente edizione della Guida, pubblicata prima della recessione, si evidenzia una flessione del 5% nel numero delle aziende elencate, con una maggiore moria di imprese in Francia, Regno Unito, Benelux e Scandinavia. I segmenti più colpiti dalla crisi sono stati la produzione di sacchetti per la spesa – che sconta anche le pressioni da parte degli ambientalisti e normative sempre più restrittive, oltre che una crescente concorrenza asiatica -, sacchi industriali e film per edilizia, mentre si registra una maggiore tenuta dei film alimentari.
Chi scende e chi sale. I film stretch mantengono saldamente il primo posto nella classifica delle applicazioni, ma sono in crescita anche i sacchi per il conferimento dei rifiuti, spinti dalla diffusione della raccolta differenziata. Aumenta il peso dei film più tecnici, multistrato e coestrusi, che oggi valgono il 9% del totale (contro il 5% dell'ultima rilevazione). Secondo la Guida AMI, circa un'azienda europea su dieci di questo settore dispone di impianti per estrudere film a cinque o più strati.
Italia al primo posto. La classifica dei paesi produttori vede ancora in testa l'Italia, seguita a breve distanza dalla Germania. Il nostro paese vanta anche un centinaio di aziende in più rispetto ai competitor tedeschi, indicatore di una maggiore frammentazione del mercato. Nell'Europa dell'Est, il principale produttore si conferma la Polonia, che da sola produce la metà dei film estrusi nell'area, vantando anche il maggior numero di aziende.
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