10 marzo 2025 08:44
Un tavolo di confronto su chimica e innovazione a favore dell’internazionalizzazione e della competitività, si è tenuto venerdì scorso a Roma per iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Federchimica.
L'obiettivo era far dialogare istituzioni, associazioni, enti di ricerca ed esponenti del mondo finanziario, evidenziando il ruolo strategico dell'industria chimica come acceleratore dell’internazionalizzazione del “Made in Italy”.
I numeri confermano l'importanza di questo comparto: l’export chimico italiano ha raggiunto nel 2023 i 40,6 miliardi di euro e rappresenta il 6,4% delle esportazioni nazionali e il 4,4% del totale a livello mondiale; dal 2010 a oggi è cresciuto di ben l’85%.
In Italia la chimica è anche tra i settori con la più diffusa presenza di imprese innovative (80%) e, diversamente da altri comparti, l’innovazione si basa sulla ricerca. È il primo settore – dopo la farmaceutica – in termini di quota di imprese che svolgono attività di R&D (75%), non solo grandi multinazionali, ma anche PMI. In ambito europeo, l’Italia è il secondo Paese, dopo la Germania, per numero di imprese chimiche attive nella ricerca, oltre 1.200.
Secondo la Vicepresidente alla ricerca di Federchimica, Ilaria Di Lorenzo: "Investire in ricerca chimica significa spingere la competitività sui mercati esteri e generare ampie ricadute. Si pensi che investimenti aggiuntivi per 400 milioni di euro nella chimica ad alta specialità generano 1,6 miliardi di euro di ricadute nel settore e ben 6 miliardi di euro di effetto spillover sull’intera economia italiana".
"L'industria chimica in Italia rappresenta una delle colonne portanti della nostra economia – ha ricordato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, presente all'incontro –. Intendiamo rendere questo settore sempre più competitivo, innovativo e sostenibile, puntando sulla ricerca e sull'internazionalizzazione. Questi sono i motori strategici che guideranno lo sviluppo futuro della chimica italiana e contribuiranno alla crescita economica e sociale del Paese".
"In termini di competitività sui mercati globali - ha sottolineato Francesco Buzzella, Presidente Federchimica - la geopolitica è entrata prepotentemente nelle nostre imprese con ricadute rilevanti per quanto riguarda la gestione sostenibile delle materie prime e i costi energetici, aspetti cruciali per contrastare la concorrenza globale, in particolare da Paesi che non sempre rispettano i nostri stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza".
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