14 dicembre 2022 08:42
Il Parlamento europeo ha raggiunto un accordo provvisorio con il Consiglio sull'introduzione di una sorta di dazio ambientale, denominato CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism, meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere) che verrà imposto su alcuni beni prodotti fuori dall'Unione europea, in paesi dove i requisiti ambientali sono meno rigidi, al fine di evitare fenomeni di dumping ecologico e scoraggiare la delocalizzazione delle industrie europee verso questi paesi.
La Commissione propone di introdurre gradualmente un prezzo sulle importazioni di determinati prodotti nel periodo 2026-2035, parallelamente alla graduale eliminazione dell'assegnazione gratuita di quote ETS, al fine di garantire condizioni di parità tra le industrie dell'UE e quelle dei paesi terzi. Il meccanismo prevede che le aziende importatrici acquistino "certificati CBAM" compensando la differenza tra il prezzo del carbonio pagato nel paese di produzione e il prezzo delle quote di emissione UE ETS. Solo i paesi con la stessa ambizione climatica della UE potranno esportare senza dover acquistare certificati CBAM.
I primi prodotti coperti dal meccanismo di aggiustamento, come proposto dalla Commissione, saranno ferro e acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti ed elettricità, ma il Parlamento vuole estenderlo anche all'idrogeno, alle emissioni indirette a determinate condizioni, nonché per alcuni prodotti finiti come viti, bulloni e articoli simili di ferro o acciaio. Secondo i parlamentari, il CBAM andrebbe in seguito ampliato per includere altri beni a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, tra cui vengono citati i prodotti della chimica organica e i polimeri, con l'obiettivo di includere tutti i beni coperti dal sistema ETS entro il 2030.
"Il CBAM sarà un pilastro cruciale delle politiche climatiche europee - ha commentato il relatore del provvedimento al Parlamento europeo, l'olandese Mohammed Chahim (nella foto) -. È uno dei pochi meccanismi di cui disponiamo per incentivare i nostri partner commerciali a decarbonizzare la loro industria manifatturiera. É anche è un'alternativa alle nostre attuali misure di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, che ci consentirà di applicare il principio 'chi inquina paga' alla nostra industria. Una situazione vantaggiosa per tutti".
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