2 dicembre 2022 08:49
La svolta per raffineria Isab di Priolo potrebbe arrivare presto con la nomina di un commissario.
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera un decreto legge che introduce misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici, tra cui l'amministrazione temporanea "ove vengano in rilievo, presso le imprese che gestiscono a qualunque titolo impianti e infrastrutture di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore della raffinazione di idrocarburi, imminenti rischi di continuità produttiva idonei a recare pregiudizi all’interesse nazionale, conseguenti a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati, al fine di garantire, con ogni mezzo, la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché il mantenimento, la sicurezza e la operatività delle reti e degli impianti e quindi la continuità produttiva".
L'amministrazione temporanea, con la nomina di un commissario, può avvenire su istanza dell'impresa o anche in assenza di questa, "in caso di grave ed imminente pericolo di pregiudizio all’interesse nazionale alla sicurezza nell’approvvigionamento energetico". Può essere applicata per un periodo di massimo 12 mesi, prorogabile una sola volta fino a ulteriori 12 mesi. La norma ha carattere temporaneo, fino al 30 giugno 2023.
Che il provvedimento sia mirato al caso siciliano è confermato anche dalla premier Giorgia Meloni: "Con questa il Governo interviene, tra l’altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10mila persone. Scopo dell'intervento d'urgenza è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l’intera Nazione".
Si tratta di un provvedimento tampone, in attesa che un acquirente si faccia avanti per rilevare l'impianto sicliano. A tale proposito, sarebbero in corso trattaive tra Lukoil e un fondo d'investimento statunitense.
La raffineria Isab di Priolo, controllata dal gruppo russo Lukoil, è vittima dell'embargo al petrolio russo e a un complicato regime fidejussorio che impedisce il ricorso al credito per acquistare greggio da fornitori terzi. La fermata dell'impianto siciliano avrebbe gravi ripercussioni non solo nella fornitura di carburanti, ma anche sul petrolchimico siracusano, di proprietà Versalis, che utilizza la nafta per produrre etilene e propilene, materie prime necessarie per produrre poliolefine e altre specialità nel sito di Ragusa e nei poli petrolchimici di Mantova e Ferrara, via pipeline attraverso l'hub di Porto Marghera.
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