19 ottobre 2022 08:09
Quanto è complesso separare le bioplastiche dalle altre frazioni plastiche nei rifiuti provenienti da raccolta differenziata di rifiuti urbani?
Per dare una risposta, almeno per quanto concerne i manufatti in acido polilattico (PLA), TotalEnergies Corbion e Tomra Recycling, rispettivamente produttore di PLA con marchio Luminy e fornitore di attrezzature per la selezione dei rifiuti, hanno condotto in agosto presso il centro Tomra di Mülheim-Kärlich, in Germania, una serie di prove utilizzando una macchina con sensore NIR (Near Infra-Red) al vicino infrarosso.
I vassoi in PLA mescolati alla rinfusa con altri articoli in plastica post-consumo sono stati individuati e separati in una percentuale molto elevata, secondo quanto afferma TotalEnergies Corbion. Inoltre, cosa ancora più importante, nessun imballo in PLA è finito nel flusso di PET (il più pregiato) nel corso dei diversi test di selezione.
Per il produttore francese di PLA si tratta di un'ulteriore conferma che a livello di riciclo industriale il PLA è separabile e non rischia di contaminare altri flussi di rifiuti plastici post-consumo.
"Le affermazioni secondo cui il PLA contamina i flussi di riciclo del PET si sono rivelate ancora una volta infondate - nota François de Bie, Senior Marketing e Supply Chain Director di TotalEnergies Corbion -. Molti altri studi, citati nel nostro 'white paper' sulle opzioni di fine vita per il PLA hanno confermato la stessa cosa." "In altre parole - aggiunge -, non esistono barriere tecniche che impediscano un'efficace separazione del PLA dagli altri rifiuti di plastica".
Inoltre, secondo Jürgen Priesters, responsabile di Tomra Feedstock, "In sistemi a circuito chiuso, dove vengono utilizzate esclusivamente bottiglie e bicchieri in acido polilattico, la quantità di PLA è sufficientemente elevata da rendere anche economicamente fattibile raccogliere, selezionare e recuperare questo biopolimero".
TotalEnergies Corbion sta già recuperando prodotti in PLA post-consumo da sistemi a circuito chiuso e da frazioni di rifiuto pre-consumo, riutilizzandoli per produrre rPLA da miscelare con PLA vergine , evitando così il conferimento in discarica o a termovalorizzazione, specie dove non sono presenti infrastrutture per la raccolta e il compostaggio di rifiuti organici. E in commercio è già disponibile un grado Luminy rPLA, contenente il 20% di PLA rigenerato da sfridi e post-consumo.
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