29 marzo 2022 16:47
Bolletta energetica alle stelle e scarsità di componenti e materie prime: un mix micidiale che sta causando problemi anche ai costruttori di macchine e impianti per materie plastiche e gomma, imballaggi e prodotti ceramici.
L'allarme è stato lanciato oggi dalle tre associazioni Acimac, Amaplast e Ucima, coordinate nelle iniziative di tutela e rappresentanza dei rispettivi settori su aspetti di carattere economico.
"L’incontrollato aumento dei costi energetici e l’indisponibilità dei materiali, con conseguente incremento dei prezzi per l’acquisto, rischia di mettere in serio pericolo la produzione e di conseguenza di bloccare intere filiere, minando da un lato la forte ripresa in atto e dall’altro indebolendo la competitività internazionale della meccanica avanzata made in Italy", affermano in una nota congiunta.
Una situazione divenuta critica nel corso del 2021 e ulteriormente aggravata dalla crisi ucraina, tanto da assumere sempre più i toni dell’emergenza: "Nel giro di pochi giorni i costi energetici sono schizzati alle stelle e si stanno drasticamente riducendo le disponibilità di alcune materie prime essenziali per la produzione delle complesse macchine automatiche, ad iniziare dagli acciai e dai metalli di cui le aree interessate dal conflitto sono grandi produttori".
Secondo le tre associazioni, si deve aggiungere la difficoltà di reperire, "se non con notevolissimi ritardi e a prezzi salatissimi", componentistica industriale, materie plastiche e argille. Un ulteriore colpo alla tenuta dei tre settori è dato dal blocco degli ordini degli impianti destinati alle zone colpite dalla guerra e in quelle limitrofe.
I costruttori rivolgono quindi un appello alle istituzioni per avere aiuti immediati e duraturi e non palliativi temporanei. Non solo a quelle nazionali: "É necessaria una seria politica industriale continentale che consenta alla manifattura nazionale ed europea di ridurre la sua dipendenza da materie prime e semilavorati provenienti da altre regioni. Chiediamo che istituzioni e mondo industriale si mettano al lavoro al più presto per un nuovo Industrial New Deal europeo che tuteli la manifattura continentale con misure di breve periodo che supportino le aziende in questo difficile momento, ma soprattutto che ne salvaguardino il futuro”.
“Servono subito proposte mirate – puntualizza Dario Previero (nella foto), Presidente di Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) - per calmierare non solo il costo di gas ed elettricità ma anche quello delle materie prime necessarie per la produzione dei nostri macchinari e quello delle plastiche usate dai trasformatori nostri clienti. Non possiamo permetterci un rallentamento di un settore strategico per il PIL del paese come quello dei beni strumentali, ma il rischio di scivolare in una crisi peggiore di quella pandemica è concreto”.
“Siamo nel mezzo di una situazione paradossale: le nostre aziende hanno un corposo portafoglio ordini che non riescono ad evadere. Il rischio che si sta facendo via via più reale – aggiunge Paolo Mongardi, Presidente di Acimac - è quello dello stop produttivo. La situazione è arrivata al limite e, salvo inversioni di marcia improvvise, ci avviciniamo ad un punto di non ritorno”.
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