
Una sfilza di 18 col segno meno davanti fotografa impietosamente l'andamento del comparto italiano della
costruzione di
macchine e impianti per la
trasformazione di materie plastiche e gomma: questo numero segna, infatti, il calo percentuale rispetto al 2019, anno per altro non brillante (-9% la produzione, -8% l'export).
Risultato fortemente condizionato dall'emergenza
Covid-19 e dal conseguente rallentamento dell'attività economica e del commercio internazionale.
Le stime elaborate dall'associazione di settore,
Amaplast, indicano per l'anno appena trascorso una
produzione a
3,6 miliardi di euro,
-18,2% rispetto ai 4,4 miliardi dell'anno precedente, con un
export settoriale sceso da 3 a 2,5 miliardi (
-18,3%) e un
mercato intero sotto la soglia psicologica dei 2 miliardi (1,85), in contrazione del
-18,1%. Anche il saldo commerciale si contrae del -18,2%, pur restando positivo per 1.750 milioni di euro.

Le stime si fondano, per quanto concerne il commercio estero, sui dati Istat relativi ai primi
nove mesi 2020, che vedono una flessione del
-17% all’
import e del
-14% all
’export, con il saldo commerciale che scende a 1,3 miliardi di euro (-13%). L’analisi delle
macro-aree di destinazione dell’export, tra gennaio e settembre, rivela un rafforzamento dell’Europa, soprattutto per quanto riguarda i mercati extra-UE, mentre soffrono le vendite in Asia e Nord America.
Il tutto accompagnato da una
flessione degli
ordini, soprattutto nella prima metà dell’anno e in particolare sul mercato interno.
"Difficile fare previsioni per l’anno appena iniziato - sottolinea Amaplast -, soprattutto a causa dell’
incertezza che continua a caratterizzare l’evoluzione della pandemia, che condiziona i mercati e i progetti di investimento delle aziende. E’ verosimile attendersi un
rimbalzo, ancora una volta grazie all’impulso dato dalle
esportazioni, da sempre fattore propulsivo per l’industria italiana di settore, ma difficilmente la sua consistenza potrà essere tale da riportare gli indicatori del comparto ai livelli pre-crisi".
Va detto - per completezza - che anche i
costruttori tedeschi, storici rivali dei nostri a livello mondiale, non se la sono passata bene l'anno scorso:
VDMA stima, infatti, per l'intero 2020 un livello di
fatturato settoriale inferiore del
10-15% rispetto al 2019, in linea con il -14% registrato nei primi dieci mesi dell'anno (
leggi articolo).
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