
La notizia, nei giorni scorsi ha fatto il giro del mondo: in modo pressoché estemporaneo, l’imprenditore bresciano
Cristian Fracassi, rispondendo all’appello urgente lanciato dall’
Ospedale di Chiari, ha realizzato con la propria stampante 3D, nel giro di 24 ore, un centinaio di
valvole indispensabili per far funzionare i
respiratori polmonari della terapia intensiva (nella foto), che nessun fornitore dell’ospedale era in grado di consegnare in tempi brevi. Salvando così vite umane.
L’idea è stata ripresa nei giorni scorsi dalla
Commissione europea, che ha chiesto a
Cecimo - federazione europea dei costruttori di macchine utensili e stampanti 3D - di lanciare una '
call for action' ai propri associati per sondare se potessero essere utili, in qualche modo, al
sistema sanitario chiamato a fronteggiare l’emergenza
coronavirus, fornendo componenti (come le valvole di Fracassi) per ventilatori polmonari o altre attrezzature medicali, difficili da reperire con la diffusione a livello mondiale della pandemia. Cecimo ha poi deciso di
estendere l’appello non solo ai propri associati, ma a tutte le aziende che operano nella
manifattura additiva, sollecitandole a mettersi al servizio degli ospedali del proprio paese. La risposta - afferma Cecimo - è stata positiva e molte aziende europee hanno già fornito la propria disponibilità a mettersi al servizio del sistema sanitario.
QUI, la richiesta ricevuta e la descrizione del
dispositivo. Per rispondere alla call inviare
QUESTO MODULO a
Vincenzo Belletti (
vincenzo.belletti@cecimo.eu) e, in copia, a
segreteria@aita3d.it 
Occorre però che i governi nazionali siano disposti a
derogare temporaneamente ai requisiti della
direttiva sui dispositivi medicali e alle norme relative alla
proprietà intellettuale. A questo fine, il Commissario
Thierry Breton si è già mosso per chiedere protezione contro possibili ripercussioni legali per le imprese che stanno cercando di dare una mano in questo frangente di crisi.
Tra le aziende italiane che hanno risposto all’appello, c’è la modenese
CRP Technology (foto a sinistra), che ha messo a disposizione delle aziende biomedicali e degli ospedali la sua tecnologia di stampa 3D. "Il nostro dipartimento di
Rapid Prototyping è attrezzato per produrre anche componenti in serie di piccole dimensioni, e in tempi molto ristretti - spiega
Franco Cevolini, ingegnere dei materiali, Direttore Tecnico e Vice Presidente di CRP Technology, -. Siamo in grado di realizzare
pezzi 'gemelli degli originali, ma realizzati in stampa 3D”. La società si è anche resa disponibile per
ricostruire componenti indispensabili al funzionamento di macchine e attrezzature medicali salvavita.
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