17 gennaio 2020 09:08
Con grande soddisfazione dei mercati finanziari e del sistema industriale, Cina e Stati Uniti hanno avviato un processo di riconciliazione che dovrebbe porre fine all’escalation di dazi e fornire maggiore stabilità agli scambi commerciali.
Più che di pace, è però corretto parlare di tregua, poiché il processo sarà articolato in due fasi: la prima - di cui è stato siglato nei giorni scorsi alla Casa Bianca l’accordo - prevede che la Cina compri 200 miliardi di dollari di prodotti e servizi made in USA - materie prime agricole ed energetiche, ma anche componenti e prodotti industriali -, aumenti le tutele sulla proprietà intellettuale e si impegni a non utilizzare la leva della svalutazione valutaria per rendere più appetibili le sue esportazioni. Tra i punti dell’intesa anche una maggiore apertura del mercato cinese alle società straniere.
In cambio, Trump ha dimezzato l’aliquota imposta il primo settembre scorso su merci cinesi per un valore di 120 miliardi di dollari (ora al 7,5%), mentre la tariffa del 25% fissata in precedenza su 250 miliardi di export cinese resta in vigore. Se i patti saranno rispettati, partirà la fase 2, che prevede la rimozione dei dazi esistenti tra i due paesi.
Soddisfazione per l’intesa raggiunta mercoledì scorso da Donald Trump e dal vice premier cinese Liu He è stata espressa dall’associazione dell’industria americana delle materie plastiche Plastics (Plastics Industry Association): "Questo accordo è un passo nella giusta direzione - ha commentato il Presidente dell’associazione, Tony Radoszewski - e speriamo che spiani la strada verso una riduzione, o eliminazione, delle tariffe, un migliore accesso al mercato e una relazione meno contrastata tra le due maggiori economie del mondo". "L'industria delle materie plastiche è un importante motore della crescita globale - ha aggiunto Radoszewski - e si basa su relazioni commerciali libere e stabili per innovare e assumere più lavoratori. Attendiamo con impazienza ulteriori negoziati che livellino le condizioni di concorrenza per le aziende statunitensi attive nel settore della plastica, così da poter competere a livello globale”.
Soddisfatti anche gli industriali tedeschi: secondo il responsabile commercio estero di VDMA, Ulrich Ackermann, la fase 1 dell’accordo preverrà una ulteriore escalation della guerra commerciale, una buona notizia per l’economia mondiale e per l’industria meccanica, che ha una forte vocazione all’export. La speranza è che la tregua sia duratura: "Resta da vedere se la Cina aumenterà effettivamente le sue importazioni dagli Stati Uniti di 200 miliardi di dollari nei prossimi due anni e se intraprenderà riforme nella protezione della proprietà intellettuale e del trasferimento tecnologico - commenta Ackermann -. É improbabile che il secondo accordo, che riguarda le questioni più complesse, avvenga prima delle elezioni del presidente degli Stati Uniti in programma a novembre".
Via F. de Sanctis, 74 - 20141 Milano (MI)
Tel: +39 02.21118692
Web: www.plasticfinder.it/ - Email: info@plasticfinder.it
Viale Buonarroti, 10 - 28100 Novara (NO)
Tel: 0321 398648 - Fax: 0321 398650
Web: www.leanplastic.it - Email: info@grecuconsulting.com
BioCampus Cologne - Nattermannallee, 1 - 50829 (K)
Tel: +49 221.8888.9400 - Fax: +49 221.8888.9499
Web: bio-fed.com/it/ - Email: info@bio-fed.com
Loc. Pian D'Assino, snc - 06019 Umbertide (PG)
Tel: +39 0759417862
Web: www.lucy-plast.it - Email: info@lucy-plast.it
Sirmax Group formula tecnopolimeri per applicazioni che richiedono elevate prestazioni, ma guardano anche alla sostenibilità.