4 novembre 2019 08:50
Non sono solo gli addetti della società bolognese Bio-on a temere per il proprio posto di lavoro, dopo il crollo in borsa delle azioni e le indagini sui vertici della società accusati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Anche i 60 lavoratori di un’altra azienda del settore, Sebiplast - joint-venture paritetica tra Bio-on e SECI (gruppo Maccaferri) - temono di perdere il lavoro se non verrà costruito lo stabilimento per bioplastiche a base di PHA ottenute da glicerolo, un sottoprodotto della produzione di biodiesel, progetto annunciato l’anno scorso (leggi articolo).
L’allarme è stato lanciato dai sindacati dei chimici al termine di un incontro con i rappresentanti di Sebiplast tenutosi il 30 ottobre scorso presso l’Unione Parmense degli Industriali. "L’azienda non sta rispettando l’accordo di anticipazione del trattamento della Cassa integrazione guadagni straordinaria lasciando i propri lavoratori senza retribuzione nonostante la CIGS sia già stata approvata dal Ministero del Lavoro - affermano in una nota congiunta Filctem Cgil Femca Cisl e Uiltec Uil -. Il confronto tra le parti sociali ha avuto esito negativo. L’azienda sostiene di non avere la liquidità a causa dei problemi delle due società che ne detengono il capitale sociale: Seci spa, holding del gruppo Maccaferri, da maggio in concordato preventivo e Bio-on sotto indagine dalla Procura di Bologna”.
I sindacati hanno chiesto l’apertura di un tavolo di crisi in Regione Emilia Romagna: il confronto continuerà il 4 novembre presso la sede dell’assessorato alle attività produttive della Regione Emila Romagna.
Nel frattempo, il presidente del CdA e cofondatore di Bio-on, Marco Astorri, ha lasciato i domiciliari dopo aver rassegnato nei giorni scorsi le dimissioni da tutti gli incarichi che ricopriva all'interno dell'azienda. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi, accogliendo la richiesta presentata dai legali dell'ex presidente della società bolognese accusato di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato dalla Procura di Bologna. Gli arresti domiciliari sono stati rimpiazzati con la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche.
Sempre nei giorni scorsi, il Tribunale delle imprese ha revocato il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei sindaci della società bolognese e nominato il prof. Luca Mandrioli in qualità di amministratore giudiziario. Il suo compito sarà quello di "verificare la situazione complessiva - contabile, economica e finanziaria - della società”, nonché valutare "la persistenza della 'continuità aziendale', anche con riferimento all’andamento ed al mantenimento in attività dell’impianto di Castel San Pietro Terme (Bologna)". Dovrà inoltre, controllare “i rapporti con agenti, dipendenti e collaboratori, anche ai fini delle relazioni sindacali e dell’avvio di eventuali ammortizzatori sociali” e verificare "i rapporti con i fornitori ed i professionisti, ai fini del mantenimento di flussi e servizi indispensabili all’attività di impresa".
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