Nei giorni scorsi il Ministro dell’Ambiente
Sergio Costa ha
smentito la relazione dei
tecnici del suo stesso dicastero che boccia il
piano rifiuti della
Regione Sicilia, ritenendolo velleitario e generico anche perché prevede la realizzazione di una ventina di nuovi impianti di trattamento rifiuti e il raggiungimento di un tasso di raccolta differenziata del 65% (contro l’attuale 30%) in soli due anni.
Secondo i tecnici di Minambiente, a supporto del piano, nell’isola servirebbero almeno
due nuovi impianti di
termovalorizzazione per risolvere il problema dei rifiuti, che per il 70% finiscono ancora in discarica. Sull’onda delle polemiche suscitate dalla relazione, Costa ha ribadito che
non autorizzerà mai
nuovi inceneritori, annunciando l’apertura di un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la sua direttiva politica.
Sul tema è intervenuto
Chicco Testa (nela foto), Presidente di
FISE Assoambiente, l'Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica: “La posizione esternata dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo
disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un
approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia".
Secondo Testa, il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla
valorizzazione energetica dei quantitativi
residuali, limitando il conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70% (dati Report rifiuti urbani ISPRA 2018).
“Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il '
turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini - ha aggiunto il Presidente di FISE Assoambiente -. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. D’altra parte la stessa Direttiva sui rifiuti del Pacchetto sull’Economia Circolare, prevedendo al 2035 obiettivi di riciclo al 65% e di conferimento in discarica al 10%, riconosce una significativa quota residuale per la valorizzazione energetica".
© Polimerica - Riproduzione riservata