31 agosto 2018 10:18
La produzione chimica in Italia non riesce a tenere il passo con il tasso di crescita registrato l’anno scorso (+3,5%) e potrebbe chiudere quest’anno con un incremento del +1,5%, sempre che non lo scenario macroeconomico non subisca un improvviso deterioramento; ma dovrebbe trattarsi solo di un rallentamento e non del preludio di un’inversione di rotta. Per il 2019, infatti, la produzione è attesa in ulteriore crescita del +1,4%.
È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio congiunturale Federchimica, che imputa il rallentamento della domanda di prodotti chimici al clima di incertezza, che induce i clienti a maggiore cautela negli acquisti di materie prime chimiche. L’effetto di destoccaggio dovrebbe però essere solo temporaneo.
Parte del rallentamento - si legge nel documento - è determinato dal fatto che importanti settori clienti stanno gradualmente esaurendo la loro spinta (è il caso dell’auto) o non intravedono ancora una decisa inversione ciclica, come nel caso delle costruzioni, mentre i settori industriali più dinamici si caratterizzano per un limitato contenuto di chimica.
Sul fronte dei costi delle materie prime, le previsioni si mantengono all’insegna del rialzo, in ragione degli aumenti delle quotazioni petrolifere e dei vincoli all’offerta della chimica di base europea, conseguenti agli effetti della crisi e ai divari di competitività nel costo dell’energia che hanno condizionato i margini e - di conseguenza - gli investimenti in nuove capacità; il tasso di utilizzo degli impianti si mantiene così su livelli elevati, anche a seguito della ripresa della domanda. Il livello dei prezzi resta quindi esposto a possibili tensioni in caso di Forza maggiore.
Sul fronte delle commercio estero, dopo la decisa crescita registrata nel 2017 (+9% in valore), l’export chimico italiano si mantiene nel quadrante positivo, anche se con tassi più contenuti (+2,8% nei primi 5 mesi). Rallentano le vendite nel mercato europeo e, soprattutto, quelle destinate ai mercati emergenti, mentre si mantiene vivace il mercato statunitense (+10,8%) nonostante il rafforzamento dell’euro.
Le stime di Federchimica indicano una crescita delle esportazioni, in volume, di due punti percentuali quest’anno e del 2,6% l’anno prossimo.
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