20 giugno 2017 08:57
L’industria chimica italiana ha iniziato il 2017 in positivo, anche oltre le più rosee previsioni, chiudendo i primi quattro mesi dell’anno con una crescita della produzione del 2,8%, dato migliore rispetto alla media europea (+2,4%), con incrementi in tutti i segmenti. Un risultato che beneficia della ripresa della domanda interna industriale (+0,8% nel primo quadrimestre), che coinvolge non solo l’auto ma anche altri importanti settori clienti come il cuoio e il mobile, e vede un atteggiamento di minore cautela, da parte dei clienti, nell’acquisto di intermedi chimici.
BENE LE ESPORTAZIONI. I dati, contenuti nell’ultima nota congiunturale di Federchimica diffusa nel corso dell’Assemblea annuale (leggi articolo), mostrano anche un deciso incremento delle esportazioni: +9,5% in valore nel primo quadrimestre dopo il +1,8% dell’anno precedente, anche grazie ad una ripresa dei prezzi medi di vendita.
La crescita dell’export - segnala il Centro studi di Federchimica - coinvolge tutte le principali aree geografiche e tutti i settori: le vendite di prodotti chimici in Europa sono aumentate del +8%, con punte superiori in Polonia (+19,3%) e Repubblica Ceca (+17,4%), ma tirano la volata anche Germania (+8,5%), Francia (+9,1%) e Spagna (+11,2%). Ancora più dinamico l’export extra-europeo (+11,4%) con incrementi marcati in Cina (+34,5) e Russia (+20,1). Moderata invece la crescita negli Stati Uniti (+4,0%).
A livello settoriale, torna ad aumentare l’export di chimica di base (+10%) – dopo la contrazione del 2016 – e allungano il passo le esportazioni di chimica fine e specialistica (+9%), in decisa espansione già negli anni precedenti.
Nel complesso, la performance all’export della chimica italiana risulta tra le migliori nel confronto con i principali produttori europei. Dal 2010 – ossia da quando la crisi del debito ha scatenato il crollo del mercato interno – l’Italia è seconda solo alla Spagna e sopravanza anche la Germania. Un trend che trova conferma anche nella prima parte del 2017.
OUTLOOK POSITIVO. Per il primo semestre, Federchimica stima una crescita della produzione chimica in Italia compresa tra il 2,5% e il 3%, basando l’analisi su dati già disponibili e nell’ipotesi che prosegua il miglioramento della domanda, italiana e internazionale, ma sia ormai completata la fase di normalizzazione dei magazzini.
L’industria chimica italiana, con circa 2.800 imprese, realizza un valore della produzione prossimo ai 52 miliardi di euro, confermandosi il terzo produttore europeo, dopo Germania e Francia, con una quota del 10%. Il settore impiega circa 108 mila addetti con elevati livelli di formazione e qualifica: la quota di laureati (19%) – è quasi doppia rispetto alla media industriale (11%), il 96% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato e – nonostante la crisi – la quota di assunzioni stabili o stabilizzate supera il 60%.
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