12 gennaio 2017 07:10
I principali rischi temuti dalle imprese italiane sono legati alle interruzioni di attività (36%), ai cambiamenti e volatilità dei mercati (30%) e alle catastrofi naturali (25%): è quanto emerge dal sesto sondaggio annuale Allianz Risk Barometer elaborato da Allianz Global Corporate & Specialty SE (AGCS). Al quarto posto gli imprenditori italiani mettono i rischi informatici e i timori dei cambiamenti nello scenario macro economico, segnalati entrambi dal 23% del campione intervistato.
I risultati divergono leggermente da quelli rilevati a livello internazionale, dove i rischi informatici si collocano al terzo posto, dopo l’interruzione delle attività (37% del campione) e i cambiamenti nei mercati (31%). Il maggior timore degli imprenditori italiani verso le catastrofi naturali è da addebitare molto probabilmente ai recenti terremoti che hanno duramente colpito il nostro paese.
Se si limita l’analisi al solo settore manifatturiero (auto inclusa), la principale paura riguarda le interruzioni delle attività (59%), seguita dai rischi informatici (32%) e dalle catastrofi naturali (29%).
ATTACCHI INFORMATICI. La crescente interconnessione degli impianti e la sempre più sofisticata capacità mostrata dai criminali informatici non solo pone le aziende di fronte ad un enorme rischio diretto, ma le mette di fronte anche a quelli indiretti, per via dell’esposizione di infrastrutture sensibili come l’IT e le forniture di energia e acqua, rilevano i ricercatori. C’è da considerare anche la minaccia costituita dai guasti tecnici o dall’errore umano, che può provocare esposizioni diffuse e durature all’interruzione delle attività. Nell’ambito della produzione digitalizzata o dell'Industria 4.0, l'incapacità di presentare o interpretare correttamente i dati potrebbe provocare un'interruzione della produzione.
I risultati del Allianz Risk Barometer dimostrano che le piccole aziende tendono sottovalutare più delle grandi il rischio informatico: nelle imprese con fatturato inferiore a 250 milioni di euro, infatti, il rischio informatico viene indicato solo al 66° posto.
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