L’anno scorso il comparto italiano dell’auto ha toccato 40 miliardi di euro, in crescita del 3,6%.
31 marzo 2015 07:52
La filiera dell’auto made in Italy l’anno scorso ha consolidato i segnali di ripresa che erano già emersi nel 2013 mettendo a segno un incremento del 3,6%, per un valore di 40 miliardi di euro, 19 miliardi solo in Piemonte (+3,2%).
A certificare la fine del periodo nero delle quattro ruote è la nuova edizione dell’Osservatorio sulla filiera autoveicolare italiana realizzato dalla Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e Camera di commercio di Modena. Curato da Step Ricerche, lo studio si basa su 681 questionari compilati da imprese della filiera autoveicolare nazionale nel corso del mese di gennaio 2015 e dall’analisi di quasi 1.600 bilanci delle societa? del settore.
Le imprese censite dall’Osservatorio sono 2.539 con 165.282 addetti e un giro d’affari, nel 2014, di 40,02 miliardi di euro, contro i 38,63 miliardi di un anno prima e i 37,96 miliardi del 2012.
L’internazionalizzazione è uno dei driver del settore. Sette aziende su dieci hanno ormai varcato i confini nazionali per vendere i propri prodotti all’estero, anche se il 17% degli esportatori l’anno scorso ha visto diminuire questo flusso di affari. Una tendenza confermata dai dati Istat che mostrano un calo delle esportazioni nel 2014 pari a -0,2% per l’Italia (19,3 miliardi di euro il valore totale) e del -4% per il Piemonte (7,2 miliardi).
Sono i mercati extra UE ad interessare maggiormente le imprese della filiera, con il 37% delle destinazioni dell’export fuori dall’Unione. Dei 32 stabilimenti aperti all’estero l’anno scorso da parte delle imprese intervistate, solo tre sono localizzati in Europa occidentale, mentre ben 29 sono si trovano in mercati lontani: 8 in Cina, 3 in India e altrettanti in Uzbekistan.
La dipendenza dal gruppo FCA è ancora elevato per 6 aziende su 10, ma se si guardano i fatturati delle aziende, la quota media del gruppo italiano sui ricavi e? sceso in Italia dal 41% al 29% e, in Piemonte, dal 46% al 32%. I ricercatori rilevano infatti una maggiore diversificazione dei portafogli delle imprese, dal momento che FCA rappresenta più del 50% delle vendite solo per il 24% del campione.
Passando all’anno in corso, il sentiment delle aziende intervistate è positivo. Gli ottimisti sono infatti l’84%, i pessimisti solo il 16%. Valori più elevati si registrano in provincia di Modena (87% e 13%). Fra le ragioni dell’ottimismo, al primo posto viene indicata la ripresa dei clienti storici (il 78%), seguita dalla diversificazione del settore (il 30%) e da nuovi clienti all’estero (il 16%).
La ripresa si ripercuote positivamente anche sugli investimenti: ll 62% del campione (63% in Piemonte) ha dichiarato di dedicare risorse alle attività R&D. L’innovazione e? una delle principali leve competitive gia? nel mercato di oggi, senza dover aspettare l’auto del futuro, anche se la filiera italiana continua a tenere saldamente i piedi per terra e, per ora, conta principalmente sulla sua qualita? (63,2%) e sull’affidabilita? delle consegne (41,1%).
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