Il Comitato dei rappresentanti permanenti degli stati membri approva le misure per ridurre i consumi di sacchetti in plastica.
24 novembre 2014 06:26
[AGGIORNAMENTO - La Commissione Ambiente approva l'accordo raggiunto con il Consiglio]
Il Comitato dei rappresentanti permanenti degli stati membri UE (Coreper) ha approvato venerdì la proposta della Commissione, emendata dal Parlamento europeo, che modifica la Direttiva imballaggi, con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di sacchetti per la spesa in plastica. Ora il testo torna al Parlamento per la votazione finale. Se approvato, prima di entrare in vigore dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta europea e adottato dagli stati membri.
Il testo è quello modificato dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento (trilogo), che avevamo già illustrato nell’articolo “Qualche dettaglio sul taglia-shopper”.
“L’accordo raggiunto consente all’Europa di affrontare in modo efficace un problema ambientale molto rilevante, grazie agli sforzi congiunti delle sue istituzioni: oggi abbiamo gli strumenti per limitare notevolmente l’uso di sacchetti di plastica e diffondere le nuove e migliori pratiche ambientali che contribuiscono allo sviluppo della gestione dei rifiuti, sia nei singoli stati che a livello europeo”, ha commentato al termine della riunione del Coreper il nostro ministro per l’Ambiente, Gian Luca Galletti.
L’approvazione della direttiva non dovrebbe comportare stravolgimenti alla normativa oggi in vigore in Italia, che vieta la vendita di shopper monouso in plastica non compostabili o riutilizzabili. La proposta, infatti, lascia liberi gli stati membri di adottare le misure che ritengono più efficaci, compresa la messa la bando in deroga all’art.18 della Direttiva imballaggi. Dovrebbe quindi chiudersi senza censure o sanzioni la procedura d’infrazione aperta contro il nostro paese proprio per la violazione dell’art.18.
L’obiettivo che i singoli paesi devono raggiungere è la riduzione del consumo di sacchetti sotto i 50 micron di spessore a 90 unità per abitante entro il 31 dicembre 2019 e a 40 shopper procapite entro il 31 dicembre 2025; in alternativa, possono introdurre entro il 31 dicembre 2018 misure che assicurino che gli shopper non vengano distribuiti al pubblico gratuitamente.
Dal computo possono essere esclusi i sacchetti ultraleggeri, sotto i 15 micron di spessore, come, ad esempio, quelli utilizzati per il confezionamento di frutta o verdura sfusa.
Il testo licenziato dal Coreper sarà riesaminato oggi (lunedì 24 novembre 2014) dalla Commissione Ambiente del parlamento, quindi il Consiglio dei ministri dell’ambiente dovrà approvarlo nella riunione del prossimo 17 dicembre, per poi trasmetterlo nuovamente al Parlamento per la votazione finale, che potrebbe avvenire nella primavera del 2015.
Una volta pubblicato il testo sulla GUCE, i paesi membri avranno 18 mesi di tempo per inserire le nuove norme nella legislazione nazionale. Due anni dopo dall’entrata in vigore della direttiva, la Commissione dovrà riferire al Parlamento e al Consiglio europeo presentando due report: uno sull’impatto sull’ambiente dei sacchetti realizzati con plastiche oxo-biodegradabili, l’altro sulle diverse alternative praticabili per ridurre il consumo dei sacchetti ultraleggeri.
“È un successo italiano - commenta Francesco Ferrante, esponente del movimento Green Italia -, perché il risultato positivo è stato raggiunto sotto la guida della Presidenza Ue dell’Italia ed è il traguardo finale di una battaglia in difesa dell’ambiente lanciata anni fa, quando, grazie all’emendamento che proposi nella Finanziaria del 2007, fu introdotto il divieto della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili”.
“Sul piano europeo – aggiunge Monica Frassoni, co-Presidente del Partito Verde Europeo – bene che Commissione Juncker abbia rinunciato a ritirare la propria proposta, come era stato, invece, ventilato qualche giorno fa in ossequio a una nuova e pericolosa tendenza a considerare che le regole ambientali non facciano parte delle “grandi” politiche di cui l’UE si deve occupare. É fondamentale che l’Europa continui a dare direttive quadro volte a diminuire l’impatto ambientale dell’attività industriale ed economica e a migliorare l’uso delle risorse.”
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