20 febbraio 2024 12:10
La società padovana Plastotecnica Spa si è fatta un nome a livello europeo nell'estrusione cast e in bolla di film in polietilene per applicazioni industriali, che fornisce ai propri clienti in bobina, sia tal quali che stampati. Si tratta, in larga parte, di film estensibili, termoretraibili e tubolari, con escursioni in prodotti più tecnici come film goffrati e per converting.
Sull'onda della nuova sensibilità ambientale e in vista di tasse di scopo e normative sempre più restrittive, il filmatore veneto ha iniziato, ormai da qualche anno, a proporre pellicole con un contenuto variabile di materiale riciclato, certificato Plastica Seconda Vita. Non solo: per garantirsi l'approvvigionamento di riciclato con qualità controllata e quanto più possibile consistente nei lotti, nei volumi necessari per le proprie necessità industriali, ha fondato con un riciclatore una joint-venture dedicata, ReFilm, che trasforma rifiuti da imballaggi flessibili provenienti dal canale industriale e commerciale, In aggiunta, Plastotecnica fornisce ai propri clienti un servizio di ritiro dei rifiuti plastici non pericolosi.
"Ogni anno aumenta progressivamente il fabbisogno di polietilene riciclato, che viene aggiunto al vergine nei nostri prodotti con il marchio BiGreen - afferma Michele Dalla Mutta (nella foto), Direzione Tecnica e Business Development presso Plastotecnica -. Quando si usa polietilene riciclato nei film il controllo della supply chain è importante poiché la qualità ma, soprattutto, la costanza da lotto a lotto incidono in modo rilevante sull'efficienza delle linee di estrusione".
Domandiamo se il problema è la velocità di estrusione, più bassa con il riciclato. "Non è tanto questo - risponde -. Estrudendo con materiale riciclato aumentano i fermi impianto necessari per pulire filtri ed eliminare depositi di filiera, non sempre prevedibili a priori. E se il problema persiste, può essere necessario cambiare lotto di materia prima riciclata. Tutto ciò incide negativamente sull'efficienza dell'intero processo".
"Ecco perché - continua Dalla Mutta - cerchiamo di intervenire a monte dell'estrusione. In primo luogo, cerchiamo di migliorare la qualità e la costanza del riciclato e lo possiamo fare perché abbiamo un controllo sul nostro fornitore, ReFilm. Abbiamo poi investito in Ricerca e Sviluppo selezionando un pacchetto di additivi stabilizzanti formulato da BASF in base alle nostre esigenze, che ci consente di ottenere un riciclato più resistente alla degradazione ossidativa".
Avete notato miglioramenti evidenti nella qualità del film? "L’additivo Irgacycle di BASF non viene aggiunto in fase di estrusione film, bensì durante la fase di rigranulazione del rifiuto plastico. Ciononostante, abbiamo apprezzato un miglioramento dell'efficienza in produzione e anche, dal punto di vista visivo, una riduzione della tonalità giallognola del film, indicatore della degradazione del polimero e della sua ossidazione. Si tratta di un buon risultato, perché se è vero che questi film base LDPE riciclato non devono rispondere ai criteri estetici degli imballaggi primari, non sono nemmeno sacchi neri per la spazzatura".
Può fare un esempio? "Prendiamo i film termoretraibili per la fardellatura di bottiglie - spiega Dalla Mutta -. Sono trasparenti e possono trovar posto nelle corsie dei supermercati, ma qualche difetto come i geli non solo è comprensibile, ma rende testimonianza dell'utilizzo di riciclato, che è un valore spendibile nei confronti del consumatore finale". "La qualità deve essere conforme ai processi veloci di confezionamento industriale e adeguata alla stampa flessografica".
"Plastotecnica è un ottimo partner per mettere a punto i nostri additivi per il riciclo - interviene Andrea Masserano (nella foto), Head of Sales and Marketing di BTC Europe per gli additivi destinati al mondo delle materie plastiche -. Proprio perché ha una visione dell'intero processo, dal rifiuto al film pronto per l'uso ed è quindi in grado di valutare le prestazioni e aiutarci a migliorare le formulazioni, soprattutto in un processo così delicato come la filmatura. Un approccio, quello di co-sviluppare gli additivi con i nostri clienti beneficiando della loro esperienza nei processi di trasformazione, che ci sta dando soddisfazioni in molti ambiti applicativi, non solo nell'imballaggio flessibile".
Gli additivi della serie Irgacycle coprono diverse fasi del riciclo meccanico: per esempio, proteggono il materiale dalla degradazione durante le fasi di rigranulazione, oppure aumentano la stabilizzazione del fuso, migliorandone la processabilità, o - ancora - incrementano la resistenza termica e ai raggi UV del manufatto. Innalzando la qualità del riciclato consentono di incorporarne di più nel compound, a parità di prestazioni (leggi articolo).
Prima di terminare l'intervista, chiediamo a Michele Dalla Mutta su quali ambiti di ricerca stia lavorando oggi l'azienda. "Ci aspettiamo che la normativa nazionale ed europea fisserà paletti sempre più sfidanti rispetto all'utilizzo di materiale riciclato nell'imballaggio - ci risponde -. Ecco perché intendiamo anticipare sia le normative che i commitment dei Brand Owner, aumentando progressivamente la percentuale di materiale riciclato nelle nostre linee di prodotto. Ad esempio, per un importante marchio nelle acque minerali stiamo mettendo a punto un film da fardellatura spesso 45 micron contenente il 70% di materiale riciclato: una vera e propria sfida".
Con sede e due stabilimenti in provincia di Padova, dove sono in funzione 40 linee di estrusione in bolla e cast, Plastotecnica Spa è il primo produttore italiano di film industriale in polietilene e tra i primi in Europa, per capacità.
I prodotti circolari della gamma BiGreen sono certificati Plastica Seconda Vita MixEco, che attesta il contenuto di miscele di materiali derivanti da raccolta differenziata e/o da scarto industriale nella misura minima del 30%.
Con il contributo di:
BASF
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