22 gennaio 2025 08:45
La federazione dei costruttori italiani di beni strumentali, Federmacchine, ha presentato ieri a Milano la seconda edizione di Ingenium, il rapporto elaborato dal Centro Studi Confindustria sul potenziale del comparto, che comprende anche la costruzione di impianti per plastica e gomma, nel contesto internazionale.
Secondo lo studio, l’export italiano di macchinari ad alta intensità di Automazione, Creatività e Tecnologia (ACT) vale 32,1 miliardi di euro, con un potenziale di crescita stimato in ulteriori 8 miliardi.
Suddividendo il dato per area geografica, i mercati avanzati assorbono 21,6 miliardi di euro, mentre quelli emergenti 10,5 miliardi. Le Americhe registrano la crescita maggiore, con il Messico primo mercato di sbocco. Il potenziale aggiuntivo si distribuisce piuttosto equamente tra paesi avanzati (4,6 miliardi) ed emergenti (3,3 miliardi), suggerendo alle imprese di accrescere le loro quote di mercato in entrambi.
Nelle economie più avanzate, gli Stati Uniti guidano la classifica con un potenziale di 760 milioni di euro, seguiti da Germania e Francia (+470 milioni ciascuno). Tra gli emergenti spiccano Cina (+760 milioni), India (+472 milioni) e Turchia (+364 milioni).
Per sfruttare il potenziale di crescita delle esportazioni occorre però aumentare capacità produttiva e investimenti, attraverso un impegno coordinato di imprese e istituzioni. "Se da un lato le imprese dovrebbero impegnarsi nel destinare risorse a investimenti produttivi - sostengono gli analisti -, dall’altro le istituzioni dovrebbero spronare questo processo mitigando gli elementi di incertezza e predisponendo incentivi per tutte le imprese che decidano di reinvestire i propri utili per l’acquisto di beni strumentali".
Tra gli altri elementi abilitanti vi sono digitalizzazione e AI, accordi di libero scambio e più stretti rapporti commerciali con i paesi europei e con gli Stati Uniti, anche per fronteggiare la concorrenza di blocchi commerciali integrati come il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) in Asia."
"Tensioni, conflitti e sfide globali, come l’approvvigionamento energetico e tecnologico, influenzano le scelte di governi e imprese - ha affermato durante la presentazione del rapporto Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti di Confindustria. - Con l’insediamento della nuova amministrazione americana, ci aspettiamo un’accelerazione delle dinamiche globali, mentre auspichiamo che l’Europa ritrovi il coraggio di scelte epocali".
"Il tempo di agire è ora - ha aggiunto Cimmino -: imprese e istituzioni devono lavorare insieme per tradurre il potenziale individuato in esportazioni effettive e consolidare il ruolo dell’Italia come leader globale. È per questo che auspichiamo che venga al più presto organizzata una missione in Messico, che dalle analisi del CSC risulta tra i primi cinque paesi emergenti per potenziale dell’export di beni ACT, con un margine di miglioramento pari a 281 milioni di euro. Ogni ritardo potrebbe tradursi in opportunità perse per il nostro sistema industriale".
“L’industria italiana del bene strumentale assicura da sempre un contributo decisivo al saldo della bilancia commerciale del paese - sono le parole di Bruno Bettelli (nella foto), presidente Federmacchine -. I risultati emersi da questa seconda edizione di Ingenium sono un utile strumento per comprendere quali sono le aree a maggior potenziale e quali le direttrici di sviluppo del business da seguire per assicurare il miglioramento della competitività dell’offerta di made in Italy settoriale”.
Il macro comparto dei beni strumentali, secondo i preconsuntivi Federmacchine, ha chiuso il 2024 quecon un gior d'affari di 52,2 miliardi di euro, il 7,8% in meno rispetto all'anno precedente. Una leggera ripresa è prevista per l'anno in corso (+2% a 53.255 milioni), che non riporterà però il settore sui livelli del 2023.
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